che le belle opprimea sponde sicane,
Ah! Ch’egli è reo chi non volendo ancora
Sì, vedi prostrato il reo vassallo
di facile trofeo, di debol fede.
Ciò ch’io pur deggio adempio.
che le offersi in trofeo, spoglia non vile.
necessario l’error. Più reo ti rendi
col lasciar d’esser reo. La nuova colpa,
sciolta dal giogo onde languia poc’anzi.
qual sarebbe il trofeo de la costanza?
Più reo non son, da che pentito io sono.
più del gastigo il fallo. Esser dee tale,
ch’egli in me trovi un reo, un ingrato, ah questo,
disio mi è noto e già la pena è pronta.
Perché caro mi fu, più reo lo trovo.
ti convenia temer; ma nel secondo,
Già la spero pentita; idee sovente
Chi punir dee la frode, il ver ne scuopra. (Parte)
(Odi la rea. Con accusarmi crede
perché vuol la tua fé?...
Sei rea di morte. (Parte)
perdon si niega, anche il più reo paventi.
Da la rea. L’infedele a me poc’anzi
di Bonoso ella dee cader traffitta.
O mi discolperò, s’ei rea mi crede;
o mi condannerò, s’ei rea mi chiede.
Spirò pur l’alma infame e del reo sangue
quel colpo che sol dee renderti mia.
cui sian dirette e qual ne sia l’arcano?
Tuo stimolo fu ’l colpo e reo non sono.
Metilde, appunto io ti chiedea.
per le mie nozze dal cesareo assenso.
e pena gli si dee, più che perdono.