Seguasi un tanto eroe. La sua salvezza,
un’idea di virtude in cor sì degno.
farmi rea de’ tuoi falli?
facean plauso a’ suoi voti, inciampo a’ tuoi.
celebrar si dovean gli alti sponsali.
Teodelinda, il tuo labbro
non dia loco Placidia a Teodelinda?
torna da eroe, da vincitor.
l’aureo diadema. Oggi ’l tuo crin vi rechi
l’aureo diadema. Or di mia man tu il prendi,
Intendo, ei vien nimico; e Teodelinda
Non partir, Teodelinda. (È in pena il core).
Barbaro... Ah, Teodelinda,
(Ma parto con l’idea di un gran diletto).
prence, adempi il voler di Teodelinda.
Va’, Teodelinda, a Ricimero e digli...
Viva il tuo eroe. Rieda al suo campo ed abbia
e vita e libertà da Teodelinda.
giura adempir di Teodelinda un voto.
poi di un lieto imeneo splender la face.
Qual duol? Qual turbamento?
del tuo furor sia Teodelinda. A questa
son rea, perché a’ suoi ceppi
tolgo una preda illustre. E rea son meco,
di Olibrio a’ ceppi e al fato.
per tua legge io dovea cieco rispetto
né rea mai la credea di un tradimento.
ch’ella è rea di quel sangue e di quel pianto.
di Teodelinda ei chiederammi; e in lui
Nozze di Teodelinda? (A Ricimero)
(Fosse così di Teodelinda il core).
In Teodelinda io la provai crudele.
Sieno eguali e sien giuste ed io le accetto. (Ricimero ed Olibrio prendono due aste e le conficcano in terra)
(L’atroce pugna empie l’idea di orrore).
Mi si renda Placidia. A Teodelinda
diasi ’l perdon. Tu vinto
sangue, che tinger dee l’onde del Tebro,
a Teodelinda ed a Placidia insieme.