Metrica: interrogazione
62 sineresi in Pirro Venezia, Rossetti, 1704  (recitativo) 
cesse al Caspio l’Egeo, Cassandro a Pirro.
Diasi pur tregua; e se Cassandro il vuole,
diasi fine anche agli odi.
disio mi mosse a guerreggiar. Cassandro
sien ristretto confine Affrica ed Asia.
ed Arideo benefattore. Ad ambi
Necessità già mi vuol reo. Qual parte
E l’odio mio non dee volerti ingiusto.
diasi; il prezzo non val guerra e periglio.
meco trarrò. De l’imeneo su l’ara,
son re; son padre; e non obblio natura
ne l’imeneo del figlio anche il mio trono.
D’altra tempra son io. Reo ti han convinto
sol più rea ti faria, non più felice.
e che dee la sua sorte al suo delitto.
ne saran forse il prezzo. Arideo, Glaucia,
                              Ed Arideo da amante.
dir ciò che dee, di chi ubbidisce il voto,
Io combattea per meritare Ismene
                                        Quella costanza
se Arideo che ti adora o ’l suo rivale.
In me vivea ’l lor principe. D’alora
Diasi il perdono a’ rei, diasi a’ vassalli.
                         Ma non per Glaucia.
                                                                Eh! Prence,
il reo prigion m’è lieve impresa. Ciro
Non è picciol trofeo sul cor d’Ismene
Signor, Pirro sen viene; e potea solo
per te non sieno i più temuti. Temi,
quest’alma rea, vil, traditrice, abbietta,
sul mio labbro un trofeo? Vanne e mi togli
ragion di stato, ritrosie di sesso,
la tua gloria languia nel suo periglio.
anche in man di Cassandro il rendea salvo.
togliea di vita, oggi più ferma in fronte
ciò ch’io dovea, ciò che non teme il forte.
ma detesto Arideo perché tuo figlio.
ma quella che più ’l dee, se pensi ancora
Cieli... Arideo... Pietade.
                                              Invan la chiedi.
cerca il reo del suo fallo. Al suo diè esempio
cui mi astrignea l’esser di nuncio e servo.
mi accompagna Arideo; mi assal nel bosco;
ove reo mi facesti, e sia sol questa
Contendimi un trofeo sul cor d’Ismene
sien d’amor, non di sdegno.
Ma se al reo vuoi dar morte, ecco il mio seno.
Che tu ponga in obblio le andate offese?
che volea meco al fortunato Eliso.
a tor l’idea di un più felice Eliso.
i ceppi di Arideo son nuove offese.
Figlio, Arideo, vano fu dunque il grido
Figlia ch’è rea, la tua pietade implora.
non disio di conquista o di vendetta.
sien regni tuoi. L’atto che forse al mondo
e in due nodi Imeneo renda più chiaro

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