nell’amor dell’altrui fé.
perch’ei regni, il ciel gli diè.
Roderico, il nostro re. (Olao ascende sul suo trono)
il poter bilancerò. (Roderico ascende sul trono e passano ad inchinarlo i popoli ed i soldati con armi e bandiere, preceduti da Asmondo)
di amar tanto un’infedel.
o se amando io più godrò).
dolce amore, io ben lo so.
ma che solo languisca per me.
ma sol m’ami per gloria di fé.
e se in me sveglia ardor,
che d’ogni altra si scorda il mio cor.
più non sento né bramo l’ardor.
che ha per guida la pietà.
falsi lumi ha sol per te.
che il servir senza viltà.
non fan gli ostri; il cor lo fa.
Che più taci? Io son tuo re. (Ad Asmondo)
Fier destin me l’involò. (A Regnero)
La sua pena avrà da me. (A Roderico)
Che più taci? Io son tuo re. (Ad Asmondo)
prima adempi il tuo dover.
il tuo fasto, il tuo piacer.
perché regno e vivo in te.
quanto brama e quanto de’.
ma ferma sicurezza il mio piacer.
la giustizia avrò con me.