Fa’ di me ciò che ti piace
Questo core e questa vita,
perché è tua, sol m’è gradita;
a un tuo cenno ella soggiace;
quando vuoi, morir saprò.
Sia pur meco il ciel sdegnoso,
ma se perdo il caro sposo,
Le dà fasto la grandezza.
Vago sei , volto amoroso;
ma ti afflige un non so che.
Dillo a me per tuo riposo;
quell’affanno e che cos’è?
Sento anch’io nel mio contento
che mi afflige un non so che.
S’io nol so, che pur lo sento,
chi può dir che cosa egli è?
Alma saggia e cor ch’è forte
non disperi alor che piange,
non si gonfi alor che ride.
(Quanto vago è quel sembiante
che mi accende e m’innamora!)
(Ma più fida e più costante
è quest’alma che ti adora).
So che vuoi parlar d’amore;
sa piacer la tua favella.
Non dar luogo a la speranza,
così vuol la mia costanza
e ’l tenor de la tua stella.
Non lasciar d’amar chi t’ama,
sinché hai l’alma in libertà.
Quando avrai la fé di sposa,
schiva alora e disdegnosa,
l’onor servi e non l’amore,
saprò amar ma con più fede.
Scema il merto a la costanza
e ’l disio della mercede.
Care selve, a voi ritorno
È pur quello il patrio monte;
questa è pur l’amica fonte;
e sol io non son più quella.
Pietà voglio anch’io da te.
Donna sono e ancor son madre;
la pia madre in che peccò?
E se è rea, la uccidi in me.
Non se’ quella e pure il core
va dicendo: «Quella sei».
Sul tuo volto io lieta miro...
Quella madre che sospiro.
Quella figlia che perdei.
nel tuo volto ognor godrò.
Avrai parte nel mio core.
Al consorte il primo amore,
Re, non posso amar chi adoro
né abbracciar, sposo, il mio bene.
Al mio amor deggio dar pene
e languir nel suo martoro. (Va a sedere sul trono)
Vedi, o re, nel mio contento
la grandezza del tuo dono.
Così grande in me lo sento
che il poter di più bearmi
manca a te, manca al tuo trono.
Ferma il piè; l’amato ben,
non che amor, non hai pietà.
spiega il canto, arresta il volo,
che là spira il dolce bene;
e poi digli il mio dolor.
E poi digli il mio dolor.
Non partir da chi t’adora. (A Roberto)
Ad amar segui chi t’ama, (A Costanza)
che mi è caro il vostro amor.
De l’ardor, che in sen chiudete,
gelosia non sento ancora.
Con l’amor non mi offendete;
non so intender come sia.
So che ognor figlia fedele
fu de l’odio la fierezza,
dolce ardor, nodo immortale,
stringi l’alma, annoda il core.
Bianca man, col tuo candore
d’un bel core ancor fai fede.
Di quest’alma, ove amor siede,
spirto e vita è sol l’onore. (Il coro replica «Imeneo», eccetera)