Metrica: interrogazione
117 tronchi in Il Tirsi Venezia, Nicolini, 1696  (pezzi chiusi) 
                          O dio! Di che?
   Mi piace il bel chiaror
ma miro anche il tuo cuor.
   Chi sa ben fingere con la beltà
ha un’arte scaltra per farsi amar.
   Se n’ama alcuna senza pietà,
ne cerchi un’altra per non penar.
Su a danzar. Che più si sta?
             gentile
nume                 Amor.
            crudele
                   mio cuor.
Su a danzar. Che più si sta?
diam tributo alla beltà. (Segue la danza)
   Tu sei mia vita, mio solo amor;
e tu sol vivi dentro al mio cuor.
   Non ti punisce il ciel,
quanto può l’altrui beltà.
   Alfin, cara beltà, (A Fileno)
   Struggendo ognor mi vo (A Clori)
   Quel bel ciglio, che mi piagò,
già lasciò d’esser crudel.
   Amor sempre non fa penar
l’onda e ’l prato, il colle e ’l fior.
Troppo è cieco il tuo timor.
   Quando il credi traditor,
a quel sesso che non l’ha.
di svenar chi l’oltraggiò.
con l’arco in traccia andar
   Qualche tregua aver potrà
   Se mi giurasti amor...
                                Schernirmi, o disleal?
                                Se ti serbai la fé?
                                      Vado a baciar...
                              Puoi sospirar.
fia quest’alma, te sola amerà.
quando sai che t’ho pietà.

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