Scilla, Aglauro e cent’altre
Misero! Io che più spero?
Misera! Io che più ascolto? (A parte)
che ’l mio cuor per Corinna
ch’io per Corinna ardessi,
Merto è dunque una colpa?
perché troppo si apprezza
già rivolti ho gli affetti.
spento è l’antico; e i lacci
Tirsi, ah, mio Tirsi, ascolta.
dal mio Tirsi incostante?
Dunque, poicché t’aggrada,
Caro oggetto de l’alma...
Tirsi, ah, Tirsi vezzoso,
mi fai rea del tuo fallo.
Dopo un sì grave oltraggio
posso amar l’empio ancora?
Dafne, ascolta. In tal guisa
de’ nostri accenti il colle
sciogliete al nostro canto,
(Aimè! Qui Clori attendo). (A parte)
del mio duol, del tuo inganno
Ahi Tirsi! Ahi Dafne! O dio!
vi serviste in soffrirlo,
Non più, son vinta e sento
posso anco amarlo? O dio!
A te, mio cuore, il chiedo.
(Forse viene a scolparsi).
(M’osserva e pur non osa).
(Mi guarda e teme ancora).
(Giunge Clori opportuna).
pietà de’ miei tormenti! (Tirsi prende per mano Clori e Corinna Fileno; e tutti quattro s’incontrano)
Odi, o ninfa. (A Corinna)
(Or che Tirsi m’è fido...) (A parte)
(Or che m’ama Corinna...)
(Chi è di me più felice?)
L’uno e l’altro egualmente
in terra e in ciel s’apprezza.
Filen, tu scherzi? Io mai
perché ti giova, o Clori.
Ti scordasti i disprezzi?
e le addita i miei sguardi.
«Questi» dille «son questi
e le addita i miei crini.
Questo, o Tirsi, è l’estremo
Spergiuro, or ben m’avveggio
Che più consumo i prieghi?
Or vedrai chi è schernita. (A Clori)
Son donna, amante e offesa.
Ivi incauto ed inerme (Dafne sopraggiunge in disparte)
Parlan forse di Tirsi? (A parte)
la sua morte sta scritta,
Ecco la fida Alisa. (Alisa viene accompagnata da ninfe che suonano)
Tirsi gentil, son pronta.
Ninfe, si addatti al suono
Non vacillar, mio sdegno.
Ecco già innalzo il dardo.
Che ti trattiene il braccio.
Segui, ninfa, il mio esempio.
tu alor tradirmi, iniquo,
Ah, poiché ’l cielo offeso
Tu taci e lascia alquanto
O dio!... Corinna... Clori...
Il tuo consiglio approvo.
più che ’l tuo cuore ingrato.
Perché tormi il tuo cuore?
Ninfe, o assai più felici
che più d’ogn’altra m’ami.
oprar più che i tuoi pianti.