Il Tirsi, Venezia, Nicolini, 1696

 SCENA II
 
 DAFNE
 
 DAFNE
 Ahi Tirsi! Ahi Dafne! O dio!
 Qual perfidia è la tua! Qual duolo è ’l mio!
 Cieli ingiusti, e ’l soffrite? E ancora io l’amo?
 Certo voi dal mio cuor solo apprendeste
420a non punirlo iniquo e del mio esempio
 vi serviste in soffrirlo,
 benché infedel, benché spergiuro ed empio.
 
    Non ti punisce il ciel,
 perfido ingannator,
425per non piagarmi il cuor
 ne la tua vita.
 
    Più che sdegno de’ tuoi falli
 ha pietà del mio martoro.
 Egli vede che t’adoro,
430se ben sa che m’hai tradita.