De’ vassalli ogni salvezza
nel suo seno omai riposi.
Ed ei trovi ogni grandezza
nell’amor dell’altrui fé.
Regio sangue, eccelso core,
perch’ei regni, il ciel gli diè.
Roderico, il nostro re. (Olao ascende sul suo trono)
Mente eterna, eccelso nume,
giuro a te, che il tutto reggi,
che del giusto e delle leggi
Sarà oggetto del mio trono
sol l’amor di chi ’l sostiene;
e fra i premi e fra le pene
il poter bilancerò. (Roderico ascende sul trono e passano ad inchinarlo i popoli ed i soldati con armi e bandiere, preceduti da Asmondo)
Resta al soglio; più non voglio
per me un core, dove amore
Ho dispetto che il mio petto
di amar tanto un’infedel.
e seguirlo ancor non oso.
Dir potrai che in quel regnante
la ragion portasti al soglio,
Ed avrai nel suo sembiante,
per oggetto del tuo affetto,
Già nel sen palpita il core
va dicendo a questo e quello:
perde tosto il bel di pria
Quel valor, quella bellezza
chiedo al fonte chi son io,
La mia fiamma è tanto chiara
ch’io la credo ardor di stella.
E da quella so che impara
la mia brama ad esser bella.
il suo ben nel bel, che piace,
ma sperarlo in ciò che giova.
ivi accende amor la face;
(Chi sa dirmi se regnando
o se amando io più godrò).
Donde nasca il tuo dolore,
dolce amore, io ben lo so.
che, in veder il tuo sembiante,
che ha per guida la pietà.
La corona a cui ti aggiri
falsi lumi ha sol per te.
Spargi al vento i tuoi sospiri,
che il servir senza viltà.
Prima a sé, chi gli altri regge
dia la legge. Il vero impero
non fan gli ostri; il cor lo fa.
fammi ancor felice amante.
fu quel trono o quel sembiante.
Degno oggetto di ogni affetto
fido amante, gran regnante;
ma non piace a questo core.
Dovrei farlo; né so amarlo,
che il piacere, no ’l dovere,
Che più taci? Io son tuo re. (Ad Asmondo)
Fier destin me l’involò. (A Regnero)
La sua pena avrà da me. (A Roderico)
Che più taci? Io son tuo re. (Ad Asmondo)
Vuoi regnar? Sia tuo il comando. (A Regnero)
Amar vuoi? Le brame appaga. (A Svanvita)
Ma tu amando e tu regnando,
prima adempi il tuo dover.
Tolto il velo ad ogni frode,
voi contento ed io avrò lode;
ma non rida del mio inganno
il tuo fasto, il tuo piacer.
Amo, o cara, e vita e regno,
perché regno e vivo in te.
Ma per quanto t’ami ’l core,
il suo amore mai non t’ama
quanto brama e quanto de’.
Per difendere un diadema,
la giustizia avrò con me.
Punirò l’ardir, l’orgoglio
pria nel campo, vincitore,