Metrica: interrogazione
37 sineresi in Statira (Zeno e Pariati) Venezia, Rossetti, 1705  (recitativo) 
                                             Il cielo e l’armi.
de le vittorie mie dovea esser frutto.
si soddisfi il disio. Statira io voglio,
si dee regnar, scettro, corona, addio;
                                       Tanto ti giova
quando giusta il potea strigner la mia.
E l’ardire e l’amor sien nostra guida.
Più di te son offeso e dee lo sdegno,
                           Ma chi fu ’l reo?
                                                           Mi è ignoto.
questa ferita. Il reo n’è Arsace e questi
                          (Che sento?)
                                                       No, Dario.
sien passi al trono e che un crudel decreto
col gastigo di un reo, di un traditore.
Sien chiari i falli; alor la pena è giusta.
temer d’inganno io più dovea. Ma senti;
stringa ancora per me di Astrea la spada.
                             Io ne so ’l reo. Riserba
sien tuoi vassalli e la ragion tuo regno.

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