Statira (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA II
 
 ARSACE
 
 ARSACE
 Speranza sventurata!
830Non bastano ad Oronte
 le furie sue? Vuol che Statira anch’essa
 serva lor di stromento?
 E lo soffrite, o dei? Così nemico
 è della Persia il vincitor che toglie
835a noi fin la virtù? Vuol che i delitti
 sien passi al trono e che un crudel decreto
 sia l’auspicio del regno? A le regine
 tinga gli ostri il mio sangue? E scellerato
 empie le fa, pria che felici? Agli astri
840niego... Ma taci, Arsace;
 e se giova a Statira il tuo morire,
 soffri ch’essa il comandi e muori in pace.
 
    A quel ben che voi perdete,
 su correte,
845amorosi miei sospiri,
 e fermatevi al suo piè.
 
    Se vi chiede che volete,
 rispondete:
 «Siamo gli ultimi respiri
850di colui che muor per te».