Metrica: interrogazione
47 tronchi in Venceslao Roma, Bernabò, 1716  (recitativo) 
e quell’altra è la serva in verità).
parti, o Lucindo, e non cercar di più.
Del mio fato il tenor svelami tu.
Parti, o Lucindo, e non cercar di più.
mi devi dir se mi ravvisi tu.
Parti tu ancora e non cercar di più.
                             Perché?
Perché Ernando è vassallo ed io son re.
più grave offesa è all’onor mio.
                                                         Perché?
Erenice è vassalla e tu sei re.
Gerilda, oh dio, non più.
                                 A te
se non importa, molto importa a me.
e sarà d’altro sposa in questo dì.
si stringe il nodo ma con chi non so.
                    Vedi, signor...
                                                Non più.
Elisa è una pettegola ma tu
stretta parente sei di Berzebù.
Quello ch’io faccio il fo
Pensando sto che t’amerei ma...
                                                           Che?
Giove, non pensar già (A Gerilda)
l’ire a cader, su te cadran, su te,
misera patria e miserabil re!
La la la la va va, la la va va.
Uh caro Gildo mio, vieni pur qua,
ch’io del tuo mal già sento gran pietà.
rendimi Gildo mio per carità.
perché al veder sei matta più di me.
ma poi penso che sei troppo...
                                                        Che?
ciò che può la giustizia in cor di re.

XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX 8