virtù parli e parli amor.
né vien reo chi è vincitor. (Ad Ormisda)
col dover, non coll'amor.
al voler del genitor. (Parte, servita a braccio da Cosroe e da Arsace, e vien seguita da’ suoi armeni)
e quelle del mio amor difenderò.
col senno e col valor confonderò.
il mio bene, il mio piacer.
né il rispetto né l'amor.
vita un sasso a te pur diè.
fier nimico al nostro piè.
puro ossequio ed umil fé. (Gittano sul fuoco rami di alloro e fasci di palme)
che l'omaggio è grato a te. (Facendo lo stesso)
vita un sasso a te pur diè. (Segue il ballo de’ ministri di Mitra, i quali poi partono, seguiti da Erismeno e da Mitrane)
i suoi custodi tremar farà.
e sarà vano gridar pietà.
non mi lasciasti mai partir da te.
amore per amor, fede per fé.
che a terra il fan cader.
Segui a regnar così sul proprio cor;
regger a senno tuo l'altrui dover.
con la virtude ognor fosse il poter,
ed il servir piacer. (Parte seguito dagli armeni di Artenice)
e con crudel pietà salva il miglior.
in retaggio ed in mercé. (Entra nella città)
del tuo, Cosroe, mai non fu.
ci dà ardir la sua virtù.