sia la fiamma del tuo cor.
vola l’alma al suo tesor.
sei la pace del mio cor».
Ti voglio sodisfar. (Pone dentro la spada)
ritorno a sfoderar. (Cava la spada)
Sì che voglio ancor sperar.
Tutto ardor son io per te.
il mio sdegno mai placar.
Il tuo sdegno ho da placar.
«Non mi guardi! Crudele, e perché?»
Perché mai? Dimmi, perché?
né in me fuoco v’è per te.
Nol farai giammai con me. (Partono da diverse parti)
vai togliendo da questo mio sen.
già la vittima cadé. (Casimiro volendo porre lo stile sul tavolino, vede il padre nello stesso momento in cui il padre alzando gl’occhi vede il figlio)
per te riede nel mio cor;
e più accresce il tuo dolor. (Parte seguitato da Gildo)
la mano qua. (Appoggiandolo)
del mio bene ha da finir.
Vuole il padre ch’io mora? Ahi! Che farò?
Ombre squallide, furie di amor,
Sei la calma del mio cor.
con più forte e saldo amor.
Ed io torno al primo amor.
per carità. (Alla replica Gildo fa le medesime azzioni di Gerilda)
come s’hanno tra loro a trattar.
per potere in contenti campar.
tempo e sorte, amor e fé.