quella vendichi ’l padre.
Tu che amico al fellone...
Intendo. Ora che il volgo
qual sei tu, quale io sono.
Or col chiamarti al trono,
Son figlia; e al mio preceda
Teco, che a me nol serbi,
il tuo nome, il tuo amore,
Non lunge al suol trafitto
d’alto affar lo dimostra.
Mel tacque e di te chiese.
l’empio tiranno; e quanto
Qui, signor, qui trafitto
già ti assolve il mio fato».
D’Aprio fu quell’acciaro.
piange la patria oppressa?
Nell’odio ei mi conforta;
Il so. Tanto a’ tuoi voti
Barbaro, il veggo. Al tuo
Può far guerra un estinto?
e il vecchio a lui compagno
Attendi, o figlia, e spera.
(Oh lieta sorte!) Il grado?
figlio al tiranno? (Oh dio!)
Ti accheta. In grado eguale
Chiamata al letto, al trono
Andrò; ma pria che io vada,
Veggo in te il primo amante,
mio duolo è l’abborrirti.
Purch’io serbi quel core,
quando manchi il pretesto.
Oh dio! Con men di orrore
Che? Non temesti ’l figlio
Tutto il sangue mi scorre
Regina... (Ah... Non ho core).
chiedi, più che al mio labbro,
Che veggio? Ahi spada! Ahi vista!
godi ancor del mio sangue.
vedi, te n’offro il prezzo.
il dove, il come, il quando
Ecco il seno. Ecco il core.
Partite. (Partono le guardie) Ormai ravvisa,
piega il giorno all’ occaso.
Onde il pallor del volto?
che il dì giunga alla sera,
Non è più tempo, o affetti,
Lo stranier non trovasti?
Voglio udir dal suo labbro
Poss’io sperar ch’estinto
Che? Impunito andrà l’empio?
(Che fia!) Signor, qual ferro?
Ten vanti ancor? Custodi,
Sai tu, Osiri, a qual nume
per te mosse il mio braccio?
(Ah, nol sapesse, oh stelle!)
Grazie al tuo amor ne rendo.
Non son reo, non son empio.
non reo, non empio io dissi;
Vedi ch’egli è un fellone;
faccia fede il tuo pianto
non sia più sua speranza.
Pria nel tuo seno immerse.
Che! Nove trame? Intendo.
Oggi lo strinsi in Menfi.
cadere; e il suo pur vidi
Guardie, a me il prence. (Si parte una guardia)
Non è questi il mio figlio?
Traditori, (Alle guardie che se gli accostano)
Cedi, sì, o l’altrui stragi
ho il mio prence, il mio sposo.
Ti ascolti ’l ciel; ma queste
mi assisti, ove sia d’uopo.
Vanne or, mio fido. Affretta
Piace a me? Questo basta.
il padre, il re, l’amante,
L’amai, nol nego, e l’amo;
ma se, per far ch’ei viva,
Ma serva il re al tiranno.
Tuo figlio? (Ah, qualche frode).
Ma chi m’arresta il braccio?
Almen per te si plachi. (Ad Artenice)
traggasi l’empio, o fidi.
Mio figlio, e vivi e regni?