ch’io tema i rischi tuoi,
trasporta il tuo gran cor,
lascia che al sen ti stringa
che insegna al core afflitto
Non più, begli occhi, in lacrime
con dar coraggio all’alma,
So che in vedermi a piangere
Va’; le tue colpe obblio;
Non ti doler ch’io parta,
che più nel mio non è. (Si abbassano l’ali del padiglione come prima)
Ma se mi struggo ardendo,
Ciò che ti giura il labbro
Se difensor tu il chiedi,
non mi accusar d’ingrato.
Giorno che cangia all’alma
Di altrui non vo’ mirarti