Metrica: interrogazione
14 decasillabi in Eumene Venezia, Albrizzi, 1697 
   Cari affetti, brillatemi in seno
fra le gioie d’un certo piacer.
   Né la dubbia speranza del bene
più quest’alma vicina a goder.
   Pene illustri d’un cuor generoso,
dolci affetti di regno e d’amor,
siamo in porto, v’invito a goder.
   E se nulla vi turba il riposo,
egli è l’uso d’un lungo timor
   Spezza, o cuore, l’ingiuste ritorte
e ti scorda l’ingrata beltà.
   Se il tuo sdegno non è così forte,
fa’ che almeno non abbia ’l rossore
   Da te parto, bel volto sereno

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