Metrica: interrogazione
35 incipit dei  pezzi solistici d'uscita in Eumene Venezia, Albrizzi, 1697 
   Cari affetti, brillatemi in seno
   Come? Perché non vuoi
   Un cuor non fa delitto,
   Spera pur, se la speranza
   Bel labbro idolatrato,
   Parla al cuor del suo diletto
   Non ti crede, amor, quest’alma.
   Non più, begli occhi, in lacrime
   O morire o al caro Eumene
   Alma, non ti lagnar. Si placherà
   Vorrei crederti, o bocca bella,
   Tornerò, s’altri non riede,
   Pene illustri d’un cuor generoso,
   So che in vedermi a piangere
   Va’; le tue colpe obblio;
   Sento, amor, che nel mio cuor
   Non ti doler ch’io parta,
   M’era dolce e caro oggetto
   Voglio amar ma non penar.
   Lieta pace a questo regno
   Per più resistere a un gran dolor,
   Ti lascio e forse ancora
   Se non vivo a l’amor,
   Dammi vita o dammi morte;
   Ciò che ti giura il labbro
   Spezza, o cuore, l’ingiuste ritorte
   Vorrei poterti amar, per consolarti.
   Da te parto, bel volto sereno

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