Eumene, Venezia, Albrizzi, 1697
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Copia
SCENA XIV
NESSO e li suddetti
NESSO
Regina.
LAODICEA
E che m’arrechi?
NESSO
A te ritorna
Eumene prigionier.
LAODICEA
Ritorna Eumene?
NESSO
E corsi ad avvisarti.
LAODICEA
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Fa’ che a me venga.
NESSO
Io volo.
LAODICEA
(Ecco il tempo, o cuor mio, di palesarti).
LEONATO
(Parla fra sé).
LAODICEA
Leonato...
LEONATO
T’intendo. Sola in libertà ti lascio
di favellar col prigionier.
LAODICEA
Tu ancora
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puoi...
LEONATO
No, regina. Addio.
(Ma per pace de l’alma,
qui t’udirò non osservato anch’io).
Pupille serene,
mirando le mie pene,
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lasciatemi sperar
ma senza inganno.
D’un rigor, che non sa amar,
un diletto ingannator
è più tiranno.