Vinse Marte pugnando col brando;
Risolva quel labbro, pietoso o crudele,
Mostrami un cor più forte,
Fu sinora il suo bel nome
Odio il foco e tutta avvampo.
Un figlio crudele ti chiama al rigore
Ho due figli e non son padre.
Senza core non credo quel seno.
Ah! Per chi volete piangere,
Per goder un ben sì caro,
Sdegni miei, che far si può?
Da voi parto e vi consegno
Volgi ’l guardo ad altro amante.
Quando perde la speranza,
Squarciami prima il seno,
Io vi lascio, o luci belle;
Sì, l’adoro; e credi a me
Del braccio l’aita, del petto l’ardir
Se nel sen degl’incostanti
Man di padre e man di re,
La tua vita sarà il viver mio
Ombre liete, aurette placide,
Chi del fallo per tempo si pente
Del destin fra le procelle