S’innamoran tutte quante,
anche vecchie, robe usate,
voglion far da ragazzette,
Hanno il muso innamidato,
pien di mosche e pien di nei,
e pur hanno un branco allato
né lor basta un solo amante
che talor n’han più di sette.
fan boccaccia, fanno occhiacci,
gridan sempre contr’amore
ch’è vergogna e disonore;
son d’amore accesi e caldi;
e sa il ciel talor di chi.
Che si pensa e che si fa?
Son pur triste queste femmine!
Quanto mai son triste affé!
Fan pur ben le semplicette,
le sentite dir: «Che dite?
Non intendo, non comprendo,
non capisco, mi stupisco»;
e san poi tutto benissimo
in un tratto perde affatto
nel trattar rozzo ed acerbo;
larga, aperta, spalancata.
Sputa fuoco, ira e rancor,
né potrà mai tregua o pace
spegner fiamma sì arrabbiata.
Questa gente impertinente.
Non la voglio, se n’andrà.
Finch’ho possa... Si vedrà.