Aminta, Firenze, Moucke, 1736 (controscene)

 SCENA [XXI]
 
 ELPINO e ALCEA
 
 ELPINO
 Ho ritrovato pure
 dove a parar d’Alcea vanno i rigiri;
110vuol che Celia s’adiri
 con Silvio solamente; e poi l’esorta
 ad amar quanto vuol, che non gl’importa.
 O buondì, bella donna,
 Celia vostra rivale
115ama Silvio, onde credo
 che tra voi due vi nascerà del male.
 ALCEA
 Colla vostra istruzione,
 data con un saper tanto profondo,
 Celia non amerà persona al mondo;
120tutta vostra sarà.
 ELPINO
 E Silvio resterà
 tutto vostro ancor ei,
 pe’ vostri documenti
 messo in disgrazia a lei.
125Sai tu che questi amori,
 adorata consorte,
 per la tua complession non son più buoni
 e sul tuo vago volto
 influiscon musoni?
 ALCEA
130Se più lo stral d’amore
 in su quest’otta ti ferisce il cuore,
 da me ti si fa noto e manifesta,
 o sospirato sposo,
 che del sicur ti spezzerò la testa.
 ELPINO
135Anzi, così ho paura
 che tua mercé diventerà sì dura
 che un macigno sarà;
 e se questa disgrazia
 pure mi toccherà,
140perché Silvio di te sia ’nnamorato,
 o ch’egli sarà pazzo, io sventurato.
 ALCEA
 E s’io di gelosia,
 perché Celia di te sia fatta amante,
 ho da sentir la pena acerba e ria,
145in tal caso ti dico
 che sarà grave il giudicar se sia
 ella più spiritosa, io più infelice.
 ELPINO, ALCEA A DUE
 
    Pazza strega...
 
 ALCEA
 
                                Vecchio matto...
 
 ELPINO, ALCEA
 
 Che si pensa e che si fa?
 
 ELPINO
 
150   Ti vo’ dare...
 
 ALCEA
 
                             Ti vo’ dire...
 ELPINO
 
 Bastonate...
 
 ALCEA
 
                         Maritaccio...
 
 ELPINO
 
 Più di mille
                         in verità.
 ALCEA
 
 Cento volte
 
 [da qui manca in Aminta]