poc’anzi afflitti e squallidi
languiano i nostri prati,
poc’anzi afflitti e squallidi
languiano i nostri prati,
fresche rugiade avvivano,
a render paschi e amori. (Si parte Simmandio verso il colle, seguito dal coro delle ninfe e de’ pastori)
la spene del piacer. (Preceduta dal suono di pastorali strumenti e da lunga schiera di pastori e di ninfe, che tutti portano in mano rami di allori intrecciati di rose, con ghirlande di fiori in capo, a foggia di pastorale trionfo, vedesi scender dal monte Semiramide, accompagnata da Aliso e da Simmandio)
vedrai che cerchio aurato
son furie in questo petto
tema, odio, amor, dispetto,
presso ha l’amica sponda;
anch’io vicino ho il porto;
che senza affanni e pianti
si offrisse in lor mercede
qual tema avria, qual freno,
l’oltraggio del sospetto,
Nocchier, ch’è quasi in porto,
quel troppo indegno amor.
Siamo a que’ vili esempio
E tremar faccia ogni empio
ch’ella ne perda il vanto
e passi in crudeltà. (Entra con Arbace nel tempio)
Sai che liquor sia questo?
che m’era intorno al cor.
Miste di fiele e assenzio
che intorno a me t’aggiri.