fra le gioie d’un certo piacer.
più quest’alma vicina a goder.
trasporta il tuo gran cuor,
può dar calma al tuo pensier;
con l’idea del suo piacer.
perché teme il mio dolor,
Alma, non ti lagnar. Si placherà
in quest’alma né so perché.
dolci affetti di regno e d’amor,
siamo in porto, v’invito a goder.
egli è l’uso d’un lungo timor
o non crede il suo piacer.
Sento, amor, che nel mio cuor
ti prepari a guerreggiar.
Ma che? Alfin ti vincerò;
sarò astretto a lacrimar.
un sol guardo e poi ten va.
che più nel mio non è. (Si abbassano l’ali del padiglione come prima)
e regnar ma nel tuo cuor.
Sol mi resti il mio dolor.
Voglio amar ma non penar.
Non è affetto, è crudeltà
D’un rigor, che non sa amar,
Per più resistere a un gran dolor,
Ma poi se ’l male succede al cuor,
per soffrirle avrò più cuor.
e ti scorda l’ingrata beltà.
ne l’inutil desio, la crudeltà.
E ’l tuo amor fa il mio goder.