di qual fiamma avvampi il cor.
e il conforto al mio dolor.
vi trovo la beltà ma non la fé.
non mi chieder il perché...
So che inganni, non ti amerò.
che l’amarne un traditor.
ingannata anche il suo onor.
Armi ha il ciel per castigar
ti dia timor. (Venceslao va a sedere nell’alto dello steccato con tutto il suo seguito)
già la vittima cadé. (Casimiro va per deporre lo stilo sul tavolino e vede il padre nello stesso momento in cui egli, alzando gli occhi, vede il figliuolo)
e più accresce il tuo dolor.
potrai lieta nel seno abbracciar.
giusto ancora saprò conservar.
se in te amore ritorna e pietà.
Vuole il padre ch’io mora, ahi, che farò?
sommo ancora è il suo piacer.
più il mio destin crudel.
L’arte, sì, del ben regnar
da me il mondo apprenderà.
ma l’amor languir non può.
Non mi dir di amarmi più,
anima senza fé, senza pietà.
Perché con me, perché tanta impietà?
tempo e sorte, amore e fé.
nostro augusto e nostro re.
tempo e sorte, amore e fé.