che mi scorda il concerto,
egli è un guardian di pecore
ch’entri amor nel tuo seno,
Né questo né quell’altro;
L’ebbi a dir quel che c’è,
c’è ch’io non voglio amori.
questa vecchia m’imbroglia).
Che si bolle e gorgoglia?
che terrò gli occhi aperti.
messo in disgrazia a lei.
fra te ed Alcea tua sposa
che tu m’intenda; io sono
Se il negozio ha buon fondo,
non ho un timore al mondo,
questo mio nuovo amore...
Di’ mai più, chi è costei?
So quanto è il dover mio;
rimasta affatto in secco,
Buondì, Silvio mio bello,
che si fa in questo loco?
(Vo’ scoprirgli il mio fuoco).
per torvi d’ogni affanno,
Son pronto a espor la vita;
Ah furbettello, ah tristo,
sempre, il mio bambolone;
che costui sia mi’ amante,
quel Silvio me l’ha fatta.
ei guardommi in cagnesco,
quindi mi disse: «Andate,
Madonna Alcea, ch’è il perno
del ciel del vostro bello?
Eh via, quest’ira affrena,
che tu ti rompa il collo.
perocché Celia anch’essa,
Sicché, o bella, incorrotta