Aminta, Firenze, Moucke, 1736 (controscene)

 SCENA [XIII]
 
 CELIA, ELPINO e ALCEA
 
 ELPINO
 Signora Celia, insomma io vi consiglio
30a non amar quel Silvio ch’è un suggetto
 ch’a me non piace; (anzi mi fa dispetto).
 ALCEA
 Io pur ti dico, o Celia mia garbata,
 che tu lo lasci stare; è un fumosello
 (che a me purtroppo piace e sembra bello). (Da sé)
 CELIA
35Invan voi vi credete
 ch’io resti persuasa
 a non amar Silvio, mio caro bene,
 mia dolce unica spene.
 ELPINO
 Qui non si fa all’amore,
40è proibito in casa mia né il voglio,
 no non lo voglio affé;
 (però vorrei che vagheggiasse me). (Da sé)
 ALCEA
 Celia, questi rondoni
 non stanno ben d’intorno alle fanciulle.
45(Ma se Silvio volasse a me d’intorno,
 o qual mai proverei grato soggiorno). (Da sé)
 CELIA
 Amore al cor gentil ratto s’apprende
 e un atto dolce e onesto è gentil cosa.
 ELPINO
 Io non vo’ cose né gentil né rozze;
50oltrediché, che vuo’ tu far di lui;
 egli è un guardian di pecore
 che, quando diventassi un dì sua moglie,
 suono non ha da far ballare i denti;
 però Cupido il sen più non ti frugoli
55per uno col qual poi ti converrebbe
 pan di legno mangiar, ber vin di nugoli.
 CELIA
 Chi si contenta gode.
 ALCEA
 E spesse volte stenta; egli è un guardiano
 mendico e vil, non un gentil pastore.
 CELIA
60Ogni disuguaglianza agguaglia amore.
 ELPINO
 Insomma, non l’amate.
 ALCEA
 Dico lascialo stare e, se pur vuoi
 ch’entri amor nel tuo seno,
 lascia star Silvio ed ama Adrasto almeno.
 ELPINO
65Né questo né quell’altro;
 Alcea, com’entri a far qui la mezzana,
 a proporre gli amanti alle fanciulle?
 ALCEA
 Ch’importa, Elpino, a te che costei sia
 innamorata o no?
 ELPINO
70M’importa perché sì e perché no.
 ALCEA
 Qui c’è mistero affé.
 ELPINO
 L’ebbi a dir quel che c’è,
 c’è ch’io non voglio amori.
 (Ah li vorrei purtroppo;
75questa vecchia m’imbroglia).
 ALCEA
 Che si bolle e gorgoglia?
 Ah ch’io m’avveggo bene
 donde questo tuo zelo, Elpin, ne viene.
 ELPINO
 Ed io, madonna Alcea, m’avveggio pure
80donde la tua pietà nasce, che vuoi
 ch’ella non ami Silvio
 e non t’importa ch’ami Adrasto poi.
 CELIA
 Orsù tacete, amici,
 né di me tanta cura
85vi prendete, o infelici,
 che sdegna alma ben nata
 più fido guardatore
 aver del proprio onore.
 ELPINO
 Alcea, Alcea, t’intendo.
 ALCEA
90Elpino, Elpin, t’ho inteso; e ti confesso
 che terrò gli occhi aperti.
 ELPINO
 Ed io vorrei che li serrassi adesso.