di qual fiamma avvampi il cor.
e ’l conforto al mio dolor.
fida scorta il ciel si fa.
Ti consiglio a far ritorno,
Col piacer che siate miei,
occhi bei, vi dico addio.
che in lasciarvi più non sento
Bocca bella, del mio duolo
non mi chiedere il perché.
Non amarmi. Non pregarmi.
che l’amarne un traditor.
Il suo amor piange sprezzata,
ingannata, anche il suo onor.
bella Pace, ognun ti onori;
ed a l’ombra degli allori
cresca ognor tua verde uliva.
Care spiagge, amato regno,
ferme gioie a voi prometto.
Qui sia riso e qui diletto
né lo turbi invidia o sdegno.
Armi ha ’l ciel per gastigar
l’empietà su regie fronti;
suole irato e torri e monti.
Parto amante e parto amico,
che non nuoce amor pudico
Se nol credi o te ne offendi,
la fortezza di quest’alma,
D’ire armato il braccio forte
Duolmi sol che il fier rivale
sotto a questo acciar reale
Cara parte di quest’alma, (Se gli accosta)
torna, torna ad abbracciarmi.
A l’armi, a l’armi. (Casimiro dà di mano alla spada e con impeto da sé risospigne Lucinda)
Traditore, più che amore,
brami piaghe e vuoi svenarmi?
Nel seren di quel sembiante
ti ho tradita e ti amerò».
Voi dovreste esser più liete
e ’l mio cor non sa perché. (Casimiro, in atto di deporre lo stile sul tavolino, vede il padre nello stesso momento in cui il padre, alzando gli occhi, vede il figliuolo)
Da te parto e parto afflitto,
Ma poi tacqui il dolce nome
che più aggrava il mio delitto
e più accresce il tuo dolor.
Sarà gloria a la costanza
idol mio, per te languir.
Toglie il merito a la fede
Date morte... Ah no! Fermate
che dir possa lagrimando:
già sul ciglio a trionfar.
Né più forza avrà il dolore
Senti, senti questo core;
come immenso è in lui l’amore,
sommo ancora è ’l suo piacer.
Pria ch’io parta, o caro sposo,
prendi almen l’ultimo amplesso,
dimmi ancor: «Lucinda, addio».
Già il mio cor, tutto pietoso,
verrà sempre teco appresso
Mi fan guerra dentro al core
L’una vuol ch’in grembo a morte
l’altra grida che all’amore
L’arte, sì, del ben regnar
da me il mondo apprenderà.
Può languir l’ira nel petto
ma l’amor languir non può.
Per trofeo di mia costanza,
Non mi dir di amarmi più,
tempo e sorte, amor e fé.