Mirti e rose, a me d’intorno
novo serto e novo omaggio
apprestate. Ho vinto. Ho vinto.
Vendicato è il grave oltraggio;
né vedrò più, con mio scorno,
l’are vote e il foco estinto.
sopra ogni altra amante e sposa
ben puoi dirti avventurosa
e chiamar le stelle amiche.
Passa amor dagli occhi al core
e vi porta angosce e pene.
V’entran seco e brama e spene,
Ma per te, non visto oggetto,
pria che amar, si fa godere;
ed hai l’uso del piacere,
senza smania dell’affetto.
sopra ogni altra amante e sposa
ben puoi dirti avventurosa
e chiamar le stelle amiche.
Altro voto, altro desio...
Che di amarmi e di gradirmi.
Che di amarti e di gradirti.
Sei mia vita e son tuo sposo.
Son tua ancella e sei mio sposo.
E al tuo vaglia o al mio riposo...
Un marito ebbi dagli astri,
che né men lascia in riposo
Me con l’altre andar non mira
giovinezza a liete danze;
e solinga in chiuse stanze
perdo il fior di verde età.
Sposo avaro ottenni in sorte,
in cui l’oro è sol vaghezza,
per cui giace in sordidezza
Non al sen purpurei panni,
non al collo aurei monili
ma fra lane abbiette e vili
Luce e guida chiara e fida
donde amore entra nel cor.
Gli occhi fan di un vago aspetto
all’idea la prima immago.
Questa il mira e ne ha diletto
e il piacer sveglia il desio
Se mi perdi, o core ingrato,
non di Amore e non del fato
ti fe’ porre in vile obblio
il terror del mio divieto
Pur sei giunta alla tua pena,
mia rival già sì superba.
Debil torre, alzando il capo,
ti credesti al ciel vicina;
ti farò tra il sasso e l’erba.
Figlio audace, in mio poter
ho il destin della rival.
Ella offese il mio gran nume
e più ancor la mia beltà.
Madre, errai. Perdon. Pietà.
Al tuo braccio, al tuo dover
io fidai la mia vendetta;
e per lei tu m’hai negletta
con perfidia e con viltà.
Madre, errai. Perdon. Pietà.
Dal suo ciel Giove a voi scende.
Pace, o dea. Cupido, pace.
Al furor che il sen vi accende,
tutto langue di tristezza
e in orror sepolto giace.
Tuoi saranno in sì bel dì,
bella Psiche, i primi onori.
dio dell’alme e arcier de’ cori.
Tuoi saranno in sì bel dì,
bella Psiche, i primi onori.
Tua virtù vinse e schernì
empie trame e rii furori.
Tuoi saranno in sì bel dì,
bella Psiche, i primi onori.
E al tuo merto alfin sortì
seggio ancor fra i dii maggiori.
Tuoi saranno in sì bel dì,
bella Psiche, i primi onori.
Grande Elisa, in sì bel dì
tuoi saranno i primi onori.
cingerà di augusti allori.
Grande Elisa, in sì bel dì
tuoi saranno i primi onori.
Ma fia pregio a te maggior
con virtù regnar su i cori.
E che t’ami quel gran cor,
degno ancor de’ nostri amori.
Grande Elisa, in sì bel dì
tuoi saranno i primi onori.
Carlo augusto, in sì bel di
tuoi saranno i primi onori.
Carlo augusto, in sì bel di
tuoi saranno i primi onori.
cingerà di eccelsi allori.
Carlo augusto, in sì bel di
tuoi saranno i primi onori.
Ma fia pregio a te maggior
con amor regnar sui cori.
Carlo augusto, in sì bel di
tuoi saranno i primi onori.
E che oggetto il sol tuo cor
sia di tutti i nostri amori.
Carlo augusto, in sì bel dì
tuoi saranno i primi onori.