Crudele! Ubbidirò; (Dopo aver pensato alquanto)
«Guardati; questo è amore»,
spunta l’erbetta e ’l fior,
nasce ad un punto e muor,
questo non fia l’estremo;
che è vostro dono, o dei,
A voi non fanno oltraggio
Come non vuoi ch’io t’ami? (Fermasi prima alquanto a guardarla)
Ciò ch’io desio tu brami.
gonfie di troppo orgoglio
del cieco altrui cordoglio,
ma ’l cor, che non vedea,
ti unisce ad altra amante.
Gli affetti in cor regnante,
se il regno non li chiede,
sangue a far guerra a Roma,
Sai quando in mar più teme
Quando più gonfia e freme
senza alcun vento il mar.
Scocca da l’alto il fulmine;
Furie sul trono avvampano;
ma un basso cor pien d’astio
L’un l’altro incalza; or viene
smania, or timore, or spene;
Qual pro da cocchio aurato,
senza una man che ’l regga
spinta dai caldi affetti,
per lei succeda e stabile
sia ilarità e piacer. (Suonan di nuovo gl’instrumenti)
e sien gli andati spasimi
ragion di più goder. (Di nuovo la sinfonia. Scendono Farnace ed Aristia, rimanendo il coro sopra la macchina)