(In sen di donna ha cor di eroe). Qual sia,
né in te sento l’eroe, sento l’amante.
disio di gloria. Il veggo
piacia lo sposo; e d’imeneo la face
non ti togliea. Ne l’ostil campo ancora
potea far nuovi amanti il tuo bel viso;
che dee la strada al cor pudico aprirsi,
reo de l’altrui perfidia anch’ei si rende.
lo fa reo Sofonisba ed il tuo amore.
È ver. Perdona. Avea perduto Elvira.
Tu sei Luceio, il grande eroe...
nota d’alma plebea, me non ingombri.
doveasi armar contra il mio core istesso
l’alto imeneo di un cavalier romano.
Non è facil trofeo la morte mia. (Si battono)
né mi credea la prima volta in petto
quale egli siasi. Io farò sì che resti
degno trofeo. N’abbia la gloria Elvira.
ma rea di tue sciagure. Odiala. È giusto.
forza non fia che il reo nemico invole;
solo a l’idea ne inorridisco e fremo.
l’aquile del Tarpeo. Suonan le trombe.
ch’esser dee tuo periglio e mia salvezza,
l’Iberia applauda e l’imeneo si onori.