a l’empia Laodicea sfavilla in fronte
per sotterraneo calle, opra del caso,
sia l’ingiusto imeneo, tutto si perda.
che Laodicea da l’amor tuo riceve.
gran trame ordii). Leonato,
perché il trascuri Laodicea.
L’impeto del dolor chiedea lo sfogo.
tutto attendea. Col tuo valor m’affido
vi è chi ti pregia. (Ah, volea dir: «T’adora»).
Non ti diano i miei ceppi
Mi è noto Eumene; e Laodicea tu ancora
non avrà forse Laodicea. Fa’ cuore.
Potria reo palesarti il tuo timore.
al mio cedea troppo spietato affanno.
vinti credea, presa Sebastia, in trono
Laodicea più feroce; e me, sia fato
ha così Laodicea. Barbare leggi
sforzo minor non attendea. Fu questa
che dee farti regina. Io far ritorno...
sei nel tuo campo e Laodicea, se puote,
si rivoltar. Te sol chiedean. Te vinto,
non è facile a un reo. Ti accusa il volto,
colpevol ti sapea. Solo ten chiesi,
e ’l conosce e l’obblia. Che far presumi?
offrirò a Laodicea per conservarti.
Laodicea me non odia. Ella per anco
che, se amante mi perdi, eroe m’acquisti.
confidar non sapea più caro pegno.
Eccomi, Laodicea. Serbo la fede
non l’attendea, m’è forza il dirlo, io stessa,
mi facesse temer. Credea che a cuore
Laodicea, dal tuo amor gloria ricevo;
Ah Laodicea! Così m’inganni? E dai
non son amante e non Leonato. Eumene
veggo avvilito e Laodicea più forte;
Laodicea, chiamo il cielo
Leonato, che t’adora, ha gli odi tuoi.
M’avea fede Artemisia e già sperava
a la mia vita io non vedea più scampo.
sieno di Laodicea scudo e sostegno.
non parlò Laodicea; parlò la frode,
con secreti spaventi). Ah, Laodicea,
Eccomi in tua difesa, eroe sovrano.
(Incauta Laodicea! Ben lo previdi).
Laodicea prigioniera e voi felici.
Eumene, Laodicea ma più me stesso.
mi fece reo, la tua bontà innocente.
Ancor potrian quegli occhi
per non esser più reo, sempre infelice,
degno di te. Sia tuo Leonato e seco
né posso oppormi al mio destin. Leonato
a Leonato il suo amor. Sappia che in esso