Metrica: interrogazione
124 sineresi in Nitocri Venezia, Pasquali, 1744  (recitativo) 
Mirteo,.. Che veggio? Dell’egizio regno
a perdermi io correa. La tua virtute
dorma tranquilli, or che Mirteo pur veglia
far rea la fede e scellerato il merto.
Mirteo, piacciati alfin che ad alma aperta
Mirteo, tu opponi orgoglio a gentilezza.
L’usi uom plebeo. Noi conserviam la nostra
                              Non ha la fiamma, ond’ardo,
Fa’ che sien giusti e poi ne accusa il fato.
questa notte volea romper l’indegno
regio imeneo che abbominevol frode?
e dovea la superba averlo a gloria.
Micerino o Mirteo? Per qual di loro,
                 Mirteo non ami?
                                                  E che Emirena
studio esser dee di chi ben ama?
                                                             Il dee.
Dunque a Mirteo, cui di piacer sol bramo,
rea del suo danno con iniqua legge?
Eh! L’escludea Emirena; e in lui l’oltraggio
                              Paventi
Trofeo già ne sarei; né più questi occhi
con quel del reo tener suo nome occulto,
Qui d’esser sola io mi credea. Perdona...
o d’altro amore o d’altro reo disegno.
Micerino e Mirteo sono a tua scelta.
Emirena lo dee. Piena i miei voti
novo trofeo, due sfortunati amanti.
A nessun? Siasi. Indifferente ho l’alma.
            Di Mirteo?...
                                      Per lui ti punge amore?
Ma che far io dovea? Rival possente,
Il dolor di Mirteo forse ti accora?
da qual comincerai, Mirteo tradito?
Mirteo le pene e la sua tronca testa.
fatto è reo del non suo. Muover fra l’ombre
alla reggia dovea nimici assalti
e di Mirteo, colpevole o innocente,
Del dolente Mirteo fuggo la vista. (Volendo partire, Emirena vien fermata da Mirteo)
(Oimè!) Parti, o Mirteo...
                                                No. Di Emirena
Qual demerito avean gli affetti miei?
che al mio rival tremar faceano il core?
Mirteo, di noi così dispose amore.
esser sol mi potea, tutto perdei.
mio dolce oggetto. Io mi facea in amarti
Mirteo, vien la regina e di te chiede.
dovrei, Mirteo, t’invidio.
Si allontani ciascun. Mirteo mi attenda. (Micerino e gli altri si ritirano)
Mirteo, so la tua pena e n’ho pietade.
n’è rea la torbid’onda. Il fier dolore,
farà il tempo, o Mirteo. Sue forze perde
                                           E in lui conosci
                   Di’. Non ti arresti
fu contumace in pro del reo.
                                                     Se cosa
avea zelo, avea braccio, onde punirlo.
sembra un facil trofeo. Sa qual potere
Mirteo l’ombre dilegui. Almen si ascolti.
Sfortunato Mirteo! Giusta per tutti,
Nemico di Mirteo, morte gli affretta.
la dignità del reo, l’onor del regno,
la gloria tua tanto esigean dal nostro
restò. Tratto al giudizio, il reo si tacque
                                             Saggia ragiona.
Difese avea? Perché tacerle a noi?
Vanne. So il mio dover. Mirteo si ascolti.
Vieni, o Mirteo. Confondi i tuoi nemici.
te poc’anzi dovea, lo accusa il foglio,
Qual potea uscir da questa destra il colpo,
                                    Siimi più giusta.
sveglia furie in Mirteo. S’arma in difesa
Se il grido non mentia, svenato avresti
Non più, lacero vada un sì reo foglio.
Vivrai, caro Mirteo. Veggo il mio torto.
quanto avea di più caro, ogni mia spene,
più ti dorria, s’io rimanessi in vita.
                                          Io mai non feci
Diasi pace il tuo duol. Vivrà il tuo amante.
a perder in Mirteo tutto il mio bene,
Signor, dove ti trae l’alma feroce?
grida estinto Mirteo. Freme per onta
Sinché vuoi la sua morte, abbian tuoi sdegni,
col difender Mirteo, sé stessa offende.
Io darle il reo consiglio? A lei tu stesso...
permetter o soffrir la rea condanna,
vieni al mio cor, vieni a Mirteo. Difeso
                            Costante ad ogni evento,
la virtù di Mirteo. Leggi, o regina.
Mirteo mora per te. Tu regna e vivi».
la vita di Mirteo; la tua val tutto.
con lor dovrai pel sotterraneo calle
E Mirteo fuggirebbe. Ah! Micerino,
Mirteo corre a perir. Preghi, consigli
qui mi trasse, o Mirteo. Cred’ella, e un tempo
darai vita a Mirteo, calma all’Egitto.
al carnefice suo diasi Mirteo,
Nol farò mai. Vivrà Mirteo. Se ingiusto,
e salva il legno. Di Mirteo la testa
che distinguer Mirteo so da Ratese
da te a Mirteo che da Nitocri a lui.
l’ostinato Mirteo mi fa più tema.
Che più darti potea l’ossequio mio? (Nitocri sta pensosa)
                                              La sua potessi
Siam qui tutti, o Mirteo, per tua salute.
tuo disio la cagion. Vivi e ti segua
virtù sovra il mio cor? Mirteo va a morte;
                                   Sì, e nel più iniquo
«Viva Mirteo» suona la reggia; udisti?
Vive Mirteo? Qual dio?... Come?... Il vedesti?...
che già in aria pendea, sospese il colpo.
gridan: «Viva Mirteo, mora Ratese»;
e l’avrian morto; ma sé stesso oppone
Manete, or Mirteo prega or quello, or questo
volti in Mirteo, quando colui, di seno
Mirteo non ancor viene? Onde l’indugio?
Mirteo, dono de’ numi, al nostro vieni,
e tue sien le ricchezze e tuoi gli onori;
Mirteo, l’alma non veggo in te tranquilla.

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