Aminta, Firenze, Moucke, 1736 (controscene)

 ATTO I
 
 SCENA IV
 
 ELPINO vecchio pastore
 
 ELPINO
 O mi piace pur tanto questa Celia;
 affé che di mia moglie
 mi garba un tantin più;
 quest’è una celia che, se dura, invero
5mi rallegra gli spiriti e il pensiero.
 
 SCENA IX
 
 ALCEA vecchia moglie d’Elpino
 
 ALCEA
 Ho sentito in disparte
 che Celia è innamorata,
 cotta affatto e spolpata
 per Silvio, e che per lui non cura Adrasto;
10costei mi tocca un tasto
 che mi scorda il concerto,
 perché Silvio anche a me piace del certo.
 So che, avendo marito, io non dovrei
 innamorarmi d’altri; ed all’antica
15soleva usar così;
 ma non usa oggidì.
 
    S’innamoran tutte quante,
 e donzelle e vedovette,
 ed infin le maritate,
20anche vecchie, robe usate,
 voglion far da ragazzette,
 da sposine, da cecine.
 
    Hanno il muso innamidato,
 pien di mosche e pien di nei,
25e pur hanno un branco allato
 di narcisi e cicisbei;
 né lor basta un solo amante
 che talor n’han più di sette.
 
 SCENA [XIII]
 
 CELIA, ELPINO e ALCEA
 
 ELPINO
 Signora Celia, insomma io vi consiglio
30a non amar quel Silvio ch’è un suggetto
 ch’a me non piace; (anzi mi fa dispetto).
 ALCEA
 Io pur ti dico, o Celia mia garbata,
 che tu lo lasci stare; è un fumosello
 (che a me purtroppo piace e sembra bello). (Da sé)
 CELIA
35Invan voi vi credete
 ch’io resti persuasa
 a non amar Silvio, mio caro bene,
 mia dolce unica spene.
 ELPINO
 Qui non si fa all’amore,
40è proibito in casa mia né il voglio,
 no non lo voglio affé;
 (però vorrei che vagheggiasse me). (Da sé)
 ALCEA
 Celia, questi rondoni
 non stanno ben d’intorno alle fanciulle.
45(Ma se Silvio volasse a me d’intorno,
 o qual mai proverei grato soggiorno). (Da sé)
 CELIA
 Amore al cor gentil ratto s’apprende
 e un atto dolce e onesto è gentil cosa.
 ELPINO
 Io non vo’ cose né gentil né rozze;
50oltrediché, che vuo’ tu far di lui;
 egli è un guardian di pecore
 che, quando diventassi un dì sua moglie,
 suono non ha da far ballare i denti;
 però Cupido il sen più non ti frugoli
55per uno col qual poi ti converrebbe
 pan di legno mangiar, ber vin di nugoli.
 CELIA
 Chi si contenta gode.
 ALCEA
 E spesse volte stenta; egli è un guardiano
 mendico e vil, non un gentil pastore.
 CELIA
60Ogni disuguaglianza agguaglia amore.
 ELPINO
 Insomma, non l’amate.
 ALCEA
 Dico lascialo stare e, se pur vuoi
 ch’entri amor nel tuo seno,
 lascia star Silvio ed ama Adrasto almeno.
 ELPINO
65Né questo né quell’altro;
 Alcea, com’entri a far qui la mezzana,
 a proporre gli amanti alle fanciulle?
 ALCEA
 Ch’importa, Elpino, a te che costei sia
 innamorata o no?
 ELPINO
70M’importa perché sì e perché no.
 ALCEA
 Qui c’è mistero affé.
 ELPINO
 L’ebbi a dir quel che c’è,
 c’è ch’io non voglio amori.
 (Ah li vorrei purtroppo;
75questa vecchia m’imbroglia).
 ALCEA
 Che si bolle e gorgoglia?
 Ah ch’io m’avveggo bene
 donde questo tuo zelo, Elpin, ne viene.
 ELPINO
 Ed io, madonna Alcea, m’avveggio pure
80donde la tua pietà nasce, che vuoi
 ch’ella non ami Silvio
 e non t’importa ch’ami Adrasto poi.
 CELIA
 Orsù tacete, amici,
 né di me tanta cura
85vi prendete, o infelici,
 che sdegna alma ben nata
 più fido guardatore
 aver del proprio onore.
 ELPINO
 Alcea, Alcea, t’intendo.
 ALCEA
90Elpino, Elpin, t’ho inteso; e ti confesso
 che terrò gli occhi aperti.
 ELPINO
 Ed io vorrei che li serrassi adesso.
 
 SCENA [XX]
 
 ALCEA sola
 
 ALCEA
 Io mi son ben accorta
 qual è il desio d’Elpino. Ei non vorrebbe
95che Celia amasse alcun; questo sgraziato
 di Celia è innamorato;
 il suo zelo non è ma gelosia
 e niega agli altri quel ch’ei sol vorria.
 
    Per lo più certi ribaldi
100tutti quanti fan così;
 
    fan boccaccia, fanno occhiacci,
 gridan sempre contr’amore
 ch’è vergogna e disonore;
 e poi questi animalacci
105son d’amore accesi e caldi;
 e sa il ciel talor di chi.
 
 Ma ecco appunto Elpino.
 
 SCENA ]XXI]
 
 ELPINO e ALCEA
 
 ELPINO
 Ho ritrovato pure
 dove a parar d’Alcea vanno i rigiri;
110vuol che Celia s’adiri
 con Silvio solamente; e poi l’esorta
 ad amar quanto vuol, che non gl’importa.
 O buondì, bella donna,
 Celia vostra rivale
115ama Silvio, onde credo
 che tra voi due vi nascerà del male.
 ALCEA
 Colla vostra istruzione,
 data con un saper tanto profondo,
 Celia non amerà persona al mondo;
120tutta vostra sarà.
 ELPINO
 E Silvio resterà
 tutto vostro ancor ei,
 pe’ vostri documenti
 messo in disgrazia a lei.
125Sai tu che questi amori,
 adorata consorte,
 per la tua complession non son più buoni
 e sul tuo vago volto
 influiscon musoni?
 ALCEA
130Se più lo stral d’amore
 in su quest’otta ti ferisce il cuore,
 da me ti si fa noto e manifesta,
 o sospirato sposo,
 che del sicur ti spezzerò la testa.
 ELPINO
135Anzi, così ho paura
 che tua mercé diventerà sì dura
 che un macigno sarà;
 e se questa disgrazia
 pure mi toccherà,
140perché Silvio di te sia ’nnamorato,
 o ch’egli sarà pazzo, io sventurato.
 ALCEA
 E s’io di gelosia,
 perché Celia di te sia fatta amante,
 ho da sentir la pena acerba e ria,
145in tal caso ti dico
 che sarà grave il giudicar se sia
 ella più spiritosa, io più infelice.
 ELPINO, ALCEA A DUE
 
    Pazza strega...
 
 ALCEA
 
                                Vecchio matto...
 
 ELPINO, ALCEA
 
 Che si pensa e che si fa?
 
 ELPINO
 
150   Ti vo’ dare...
 
 ALCEA
 
                             Ti vo’ dire...
 ELPINO
 
 Bastonate...
 
 ALCEA
 
                         Maritaccio...
 
 ELPINO
 
 Più di mille
                         in verità.
 ALCEA
 
 Cento volte
 
 [da qui manca in Aminta]