Il Narciso, Ansbach, Kretschmann, [1697]

 IL NARCISO
 
    Pastorale per musica da rapresentarsi nel novissimo teatro di corte d’Anspac, consegrata all’altezza serenissima elettorale di madama Soffia Carlotta, elettrice di Brandemburgo, della casa elettorale di Bronsvic e Luneburgo, duchessa di Prussia e di Magdeburgo, Clève, Julia, Berga, Stetino, Pomerania, Cassovia e de’ Vandali in Slesia, Crosne, burgravia di Norimberga, principessa di Halberstat, Mindia e Camin, contessa di Hoenzoliern e Ravensberg, Ravenstein, Lauenburg e Butau, eccetera, eccetera, da Francesco Antonio Pistocchi, mastro di capella dell’altezza serenissima il margravio di Brandemburgo.
    In Anspac, per il Geremia Kretschmann nella stamperia di sua altezza serenissima.
 
 Altezza serenissima elettorale,
    chi gode l’onore di servire ad un prencipe sovrano, gode anche quello di riceverne gli stimatissimi ordini da’ quali se ne ricava, oltre il preggio soave dell’obedienza, un cumulo infinito di gloria.
    Così a punto ora a me tocca la sorte avventurosa di riverire un comando del mio serenissimo padrone nel dover consegrare all’altezza vostra elettorale il mio Narciso, che ne’ suoi errori miglior ricovro non poteva ritrovare che la sublime prottezzione d’una eroina.
    Vanne pure, o fortunato pastore, a ritrovare un fonte nel quale, invece di lasciarvi la vita, vi troverai la salvezza, non solo ma resterai illeso da chi ti volesse affogare colle maledicenze.
    Per rimirarsi, Narciso più bello specchio di vostra altezza elettorale non poteva trovare, perché, oltre alla sovrumana bellezza del volto, vi è da specchiarsi nelle azzioni del grand’animo e vasto, ugualmente belle.
    Così dunque, o madama, a guisa di fonte riceva il piccolo ruscello d’acque, ben che torbide, uscite dalla vena sterile del mio povero spirito nelle composizioni musicali e le avvalori con uno (ben che non meritato) sguardo, acciò restino da questo fortificate e ricevano quel preggio che per sé stesse non hanno. Ch’io tutto ossequio baciandole umilmente il lembo della veste mi consacro dell’altezza vostra elettorale umilissimo, ossequiosissimo e riverentissimo servitore.
 
    Francesco Antonio Pistocchi
 
 AMICO LETTORE
 
    La presente pastorale è parto uscito dalla sublime penna del virtuosissimo signor Apostolo Zen cittadino veneto. E solo mi spiace che li versi non sono nell’idioma tuo naturale, acciò li possi assaporare di quale esquisitezza sieno; tutto ciò presso a poco ne ricaverai qualche cognizione nella traduzione in prosa fatta dal signor Giovanni Christiano Rau (segretario della lingua italiana di sua altezza serenissima) con ogni più accurata diligenza. La pianta del teatro nuovo dove si rapresenterà è stata fatta dal signor Gabriel de Gabrieli, architetto di sua altezza serenissima. Averti che li versi postillati non si canteranno, per seguire il costume della brevità e vivi felice.
 
 ARGOMENTO
 
    Essendo la favola di Narciso tanto trita non te la spiego e, solo volendola minutamente sapere, vedi Ovidio nella terza Mettamorfosi che l’averai distesa. Il carattere d’Eco ti riuscirà tanto nobile quanto nuovo, perché in esso vi scorgerai una finezza (propria al sesso) per introdursi nell’amore di Narciso, col fingersi totalmente nemica d’amore ma solo amica della fatica e della caccia; gl’eppissodii ingegnosamente intrecciati nell’amore di Lesbino con Eco, di Cidippe con Narciso, di Uranio con Cidippe e Tireno sacerdotte, padre di Cidippe, formano la presente pastorale.
 
 MUTAZIONI DELLE SCENE
 
    La scena si rapresenta nella Beozia.
    Nell’atto primo: il monte Parnaso; grotta di ninfe in forma di tempio.
    Nell’atto II: cortile boschereccio.
    Nell’atto III: montuosa da tutti li lati; la valle d’amore.
    Nell’atto IV: prato fiorito con arbori e la fonte di Narciso; portico pastorale.
    Nell’atto V: torna la fonte di Narciso; tempio di Venere che si tramuta in cielo luminoso.
 
 BALLI
 
    Il primo di sacerdoti, il secondo di paesani, il terzo di cacciatori, il quarto di glauchi, il quinto di pastori, di seguito cacciatori con Narciso, ninfe con Eco, ninfe con Cidippe.
 
 ATTORI LI SIGNORI
 
 NARCISO
 (Francesco Antonio Pistocchi, servitore attuale di sua altezza serenissima e mastro di capella)
 ECO
 (Anna Maria Cortellini detta la Serafina, bolognese)
 CIDIPPE
 (Agata Vignali, serva attuale di sua altezza serenissima)
 URANIO
 (Stefano Frilli fiorentino)
 LESBINO
 (Giuseppe Maria Cassani bolognese)
 TIRRENO
 (Giovan Christiano Rau, segretario della lingua italiana di sua altezza serenissima)