Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1709

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Sala reale.
 
 AMASI e NITOCRI. Guardie
 
 AMASI
 Sì, l’ingiurie, i disprezzi, i tradimenti,
 a te tutto perdono.
 NITOCRI
925Pietà che non ti chiedo.
 AMASI
                                             A te do vita.
 Rendo a te libertà.
 NITOCRI
                                     Le abborrirei,
 se fossero tuoi doni.
 AMASI
                                       Ormai la reggia
 carcer più non ti fia.
 NITOCRI
                                        Sparso ogni sasso
 è di sangue innocente.
 AMASI
930Senza custodi al fianco
 Menfi ti vegga.
 NITOCRI
                               E de’ suoi re me vegga
 misero avvanzo e solo.
 AMASI
 Al popolo rubello
 faccia fede il tuo pianto
935che tuo figlio morì.
 NITOCRI
                                      Lo sappia e cresca
 l’ira col danno.
 AMASI
                              Il nome di Sesostri
 non sia più sua speranza.
 NITOCRI
 Suo stimolo ancor sia.
 AMASI
                                           Deponga l’armi.
 NITOCRI
 Pria nel tuo seno immerse.
 AMASI
940E nuove stragi a l’ire mie risparmi.
 NITOCRI
 Minacci, perché temi.
 AMASI
 Vanne. Poco ti costa esser felice.
 NITOCRI
 Andrò; ma ne’ tuoi doni
 paventa, o scellerato, il furor mio.
 AMASI
945Vanne. Ubbidisci, amane il prezzo e spera.
 (Per deluder costei finger degg’io).
 NITOCRI
 
    Quel labbro è bugiardo,
 mentisce quel guardo;
 e so che quel core
950è un cor senza fé.
 
    È un cor tutt’inganno,
 è un cor da tiranno.
 In lui non v’è amore,
 pietade non v’è.
 
 SCENA II
 
 AMASI ed ARTENICE
 
 AMASI
955Vieni, o bella, a calmar...
 ARTENICE
                                               Scorda gli affetti,
 sire, e previeni i mali
 onde ancor sei tu minacciato e ’l figlio.
 AMASI
 Che! Nuove trame? Intendo.
 La perfida Nitocri
960m’insidia ancora. Olà! Si arresti, o fidi,
 l’iniqua; e non si lasci
 che alcun la vegga o favellar le possa. (Partono alcune guardie)
 ARTENICE
 Eh! Signor, di Nitocri
 or non temer. Vien d’altra mano il colpo.
 AMASI
965Di’, che ne sai?
 ARTENICE
                               Vecchio straniero e ignoto
 di te richiede. Ei ti esporrà l’arcano.
 AMASI
 Venga, Quanto a te denno i giorni miei.
 ARTENICE
 (Il caro ben voi custodite, o dei).
 
 SCENA III
 
 CANOPO e li suddetti
 
 AMASI
 Che mai vegg’io? Quegli è Canopo.
 CANOPO
                                                                  Ah! Sire,
970pur mi esaudir gli dei. Pur mi è concesso
 l’onor di rivederti.
 AMASI
                                     (È desso, è desso).
 ARTENICE
 (Dubbia qui ascolto).
 AMASI
                                          O mio fedel, tu vivi?
 Tu vivi alor che morto io ti compiansi?
 CANOPO
 Tal mi credé chi sul mattino immerse
975la spada scellerata in queste vene.
 AMASI
 Chi tant’osò?
 CANOPO
                           La stessa man, la stessa
 che il tuo gran figlio iniquamente uccise.
 AMASI
 Mio figlio?
 ARTENICE
                       Osiri?
 CANOPO
                                     Appunto.
 AMASI
 Oggi lo strinsi in Menfi.
 CANOPO
980Oggi nel bosco ei fu trafitto. Io ’l vidi
 cadere; e ’l suo pur vidi
 fiero uccisor volger ver Menfi il passo.
 AMASI
 Son tradito o deluso.
 ARTENICE
                                        (Io son di sasso).
 AMASI
 Guardie, a me ’l prence. (Parte una guardia)
 
 SCENA IV
 
 FANETE in disparte e li suddetti
 
 FANETE
                                                (O cieli!
985Artenice parlò. Non v’è più scampo).
 CANOPO
 Temi per te. Forse non basta a l’empio
 una vittima sola.
 AMASI
                                  Odo gran cose
 e maggiori ne attendo.
 ARTENICE
                                            (In me le ciglia
 tien minaccioso il padre). (Veduto Fanete)
 FANETE
                                                  (Incauta figlia!)
 
 SCENA V
 
 SESOSTRI e li suddetti
 
 AMASI
990Vieni, Appressati. Mira;
 di’, ravvisi colui?
 SESOSTRI
                                  (Numi! Qual vista?)
 AMASI
 Ti turbi? Non rispondi?
 Canopo, a me ti volgi. Osserva. Parla.
 Non è questi il mio figlio?
 CANOPO
995Quegli, signor? Quegli tuo figlio? Ah, l’empio!
 Quello è ’l suo traditor, quel l’omicida.
 ARTENICE
 (Che feci?)
 FANETE
                        (Avversi fati!)
 AMASI
 Il figlio mio tu assassinasti?
 CANOPO
                                                     E certo
 siane ’l tuo cor. Ben lo ravviso. Ei tinto
1000va del sangue di Osiri e va del mio.
 Ei, dopo il suo delitto,
 tolse al tuo figlio, onde mentirne il grado,
 la regal gemma e di Ladice il foglio.
 Vedi qual di sua frode
1005fosse l’idea. Tremane, o sire. Io parto.
 E contento morrò, se meco io scerno
 scender quell’empio al doloroso Averno. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 AMASI, SESOSTRI, ARTENICE e FANETE
 
 AMASI
 Va’. Contento sarai. Morrà l’iniquo.
 Deggio temer...
 FANETE
                               Più non si tema. È cheto,
1010sire, il tumulto. A l’imeneo felice
 altra pompa non manca
 che d’Amasi l’aspetto e d’Artenice.
 Andiam.
 AMASI
                    Giugni opportuno.
 Vedi colui?
 FANETE
                        Tuo regal figlio.
 AMASI
                                                       Eh! Dillo
1015il carnefice suo.
 FANETE
                                Che ascolto?
 AMASI
                                                         E senza
 la pietà d’Artenice,
 lo diresti anche il mio.
 ARTENICE
 (Inumana pietà!)
 FANETE
                                   Cieli! E fia vero
 che uscì da la tua man colpo sì enorme?
1020Per te Osiri morì.
 SESOSTRI
                                   Morì, o tiranno.
 Morì, non dubitarne; ed io l’uccisi.
 AMASI
 Traditor! Quale speme?
 Qual disegno era il tuo? Quale al misfatto,
 qual mai ti mosse ira esecranda e ria?
 SESOSTRI
1025Tutto saprai, quando saprai qual sia.
 AMASI
 E ben, chi sei? Parla, o crudel.
 SESOSTRI
                                                         Chi sono?
 Dal colpo che fec’io, non mi conosci?
 Ei t’insegni qual sono, ei mi ti mostri.
 Odilo e ne paventa. Io son Sesostri.
 ARTENICE
1030(Sesostri? O numi!)
 AMASI
                                        O sorte!
 O vittima! O vendetta!
 Guardie, si uccida.
 ARTENICE
                                     Ah! No, mio re. (Sesostri dà di mano alla spada)
 FANETE
                                                                   Signore,
 qual vendetta è la tua,
 se di sì nobil morte egli qui more?
 SESOSTRI
1035Non l’avrò solo. (In atto di difesa)
 FANETE
                                Egli la tema e senta
 ma sanguinosa, tormentosa e lenta.
 AMASI
 Piacemi.
 SESOSTRI
                    Traditori, (Alle guardie che se gli accostano)
 non son facil trionfo.
 AMASI
                                        O cedi o mori.
 FANETE
 Cedi, sì, o l’altrui stragi
1040comincino da me, se tanto ardisci.
 SESOSTRI
 Anche Fanete a’ danni miei?
 FANETE
                                                       Fanete
 serve al dover.
 SESOSTRI
                              Saziati, o crudo, e prendi. (Getta la spada a’ piedi di Amasi)
 AMASI
 Da l’odio mio la peggior morte attendi.
 SESOSTRI
 Volea sotto quel ferro
1045vederti esangue, unire il padre al figlio.
 Mi fu avverso il destin. Pur mi consolo,
 col tuo Osiri trafitto,
 che un tiranno di meno avrà l’Egitto.
 AMASI
 Fremi ma ne’ miei ceppi; e tu, Artenice...
 ARTENICE
1050(Mi scoppia il cor).
 AMASI
                                      Che miro?
 A te degg’io la mia vendetta e piangi?
 ARTENICE
 Lascia ch’io pianga. Lagrime più giuste
 chi mai versò? Tradito
 ho ’l mio prence, il mio sposo.
 AMASI
1055Che?
 FANETE
             Ammutisci. Altro sposo,
 altro prence non hai che dal mio core.
 Amasi è re. Fanete è genitore.
 AMASI
 (Fido vassallo!)
 FANETE
                               Ad affrettar nel tempio
 vado gli alti sponsali.
1060Con la vittima rea colà ti attendo;
 e pria ch’ivi d’amore arda la face,
 abbia il regno, abbia il re vendetta e pace.
 
    Oggi cada a’ piè del soglio
 fulminata l’impietà.
 
1065   Poi lieto amore,
 di rose cinto,
 su l’odio estinto
 le sue più belle
 chiare facelle
1070accenderà.
 
 SCENA VII
 
 AMASI, ARTENICE e SESOSTRI
 
 AMASI
 Artenice, lo veggo.
 Sia pietà, sia fiacchezza, a te dà pena
 di Sesostri il destin. Sin da’ prim’anni
 tuo sposo esser dovea. Lo so; e al tuo duolo
1075vo’ usar pietà. Teco lo lascio e solo.
 ARTENICE
 (Pietà crudel!)
 AMASI
                              Quel che per essa è dono,
 per te tormento sia.
 Rimanti e vedi in lei
 che già è perdita tua la gioia mia.
 SESOSTRI
1080Tal sorte a me?
 AMASI
                               Voi, se temete il mio (Alle guardie)
 sdegno e poter, lo custodite. Addio.
 
    Più lieto e più beato
 da voi partir non so,
 perfido traditor, volto adorato.
 
1085   Per te sarò ne l’ira,
 per te in amor sarò
 fortunato amator, re vendicato.
 
 SCENA VIII
 
 ARTENICE, SESOSTRI
 
 ARTENICE
 Sesostri, anima mia, così ti trovo?
 Così ti perdo? È questo
1090il dolce nodo, il lieto amor che unirci
 ambo dovea? Per me tu a morte? Ah! Questa
 è la pena più ria,
 che tu vada a morire
 e a morire così per colpa mia.
 SESOSTRI
1095Mio ben, non ti doler. Celami un pianto
 che mi fa più infelice.
 Vivi, vivi contenta i giorni tuoi;
 e se m’odon gli dei
 e se tanto può amor, vivi anche i miei.
 ARTENICE
1100Io senza te vivrei?
 SESOSTRI
 Ten priego, o cara; e s’egli è ver che mi ami,
 in questo che t’imprimo
 su la destra fedel bacio amoroso,
 prendi ’l mio spirto e ’l custodisci in seno.
 ARTENICE
1105O dio! Non più. Sento che il cor vien meno.
 SESOSTRI
 Addio, Artenice.
 ARTENICE
                                 E tal mi lasci? E al tuo
 carnefice mi lasci?
 SESOSTRI
                                     Or che in te vive
 l’anima di Sesostri,
 prendi forza da lei. Vendichi un colpo
1110la tua patria, il tuo amor, la morte mia;
 ma se questa vendetta
 tuo periglio mai fia, lascia agli dei
 tutto il supplizio di quell’alma indegna
 e tu ad Amasi vivi e seco regna.
 ARTENICE
1115Va’ pur. Ben tosto ombra fedele al fianco
 negli Elisi m’avrai.
 SESOSTRI
 No, vivi. Ancor ten priego e in te conserva
 la più cara metà de la mia vita.
 In sì fatal partita,
1120questo è ’l solo piacer che spero e chiedo.
 Vivi per me.
 ARTENICE
                          Crudele!
 Come priva di te viver poss’io?
 SESOSTRI
 Se non puoi col tuo cor, vivi col mio.
 Consolami.
 ARTENICE
                        Vivrò.
 SESOSTRI
                                      Cara Artenice,
1125più non ho che bramar. Moro felice.
 
    Lascia ch’io senta almeno
 qual vive nel tuo seno
 quel cor che vi passò col bacio mio.
 
    Or che tu ’l serbi, o cara,
1130con sì geloso amor,
 ti do con men dolor l’ultimo addio.
 
 SCENA IX
 
 ARTENICE
 
 ARTENICE
 Lagrime, non uscite.
 Tutte restate ad affogarmi il core.
 Ma lagnarsi che giova? Al colpo atroce
1135cerchisi scampo. Amor lo trovi o ’l tenti;
 e se fia d’uopo, anche infedel diventi.
 
    Infedel mi fingerò;
 ma l’amor non tradirò
 e ’l mio cor sarà fedel.
 
1140   Forse alorch’io mentirò,
 le vendette avrà il mio bene,
 le sue pene avrà il crudel.
 
 SCENA X
 
 Parte del tempio con trono reale e la statua dell’Odio.
 
 FANETE ed ORGONTE
 
 ORGONTE
 In periglio sì grande
 onde lo scampo? Onde il riparo, amico?
 FANETE
1145Dal tuo, dal zelo mio. Benché fra’ ceppi,
 Sesostri è ’l nostro re. Coraggio e fede.
 ORGONTE
 Ma che sperar si puote?
 FANETE
 Tutto, spento il tiranno e salvo il regno.
 ORGONTE
 Ti ascolti il ciel; ma queste
1150son de le colpe sue pompe superbe.
 FANETE
 E pompe diverran de la sua pena.
 ORGONTE
 Qui fra poco Artenice al traditore
 stender dovrà la destra.
 FANETE
 Ma in suo soccorso avrà quella del padre.
1155Non temer. Co’ tuoi fidi
 mi assisti, ove sia d’uopo.
 ORGONTE
 Molto sperar mi fai; e a tanta speme
 deggio del mio valor le prove estreme.
 
    Mi giubila nel petto
1160pien di speranza il cor
 e più fedel si fa.
 
    E privo di timor
 si accresce in me l’affetto,
 il zelo e la pietà.
 
 SCENA XI
 
 FANETE ed AMASI con guardie
 
 FANETE
1165(Ecco l’empio).
 AMASI
                               Ubbidisti a’ cenni miei?
 FANETE
 Risponde di mia fé la pompa illustre.
 È quello il regio trono.
 AMASI
 Ove meco si assida oggi Artenice.
 FANETE
 Il simolacro è quello
1170de l’Odio.
 AMASI
                     Ei fia quel nume, a piè di cui
 vittima al figlio mio cadrà Sesostri.
 FANETE
 (Barbara idea!) Poi sorgerà d’amore
 l’ara felice.
 AMASI
                       Ove per noi si accenda
 la face d’imeneo.
 FANETE
                                  (Folle speranza!)
 AMASI
1175Vanne or, mio fido. Affretta
 al tuo re le delizie e la vendetta.
 FANETE
 
    Vo’ contento il mio regnante,
 vendicato vo’ il mio re.
 
    Egl’irato,
1180da me avrà le sue vendette;
 egli amante,
 le sue gioie avrà da me.
 
 SCENA XII
 
 AMASI ed ARTENICE
 
 AMASI
 Si plachi ormai l’ombra di Osiri. A noi
 ed a la pena sua venga Sesostri.
 ARTENICE
1185Venga, signor; ma trovi
 in te qualche pietà quell’infelice.
 AMASI
 La trovò ne l’iniquo
 il mio tradito figlio?
 Pensa ad esser regina. Ei venga e mora.
 ARTENICE
1190Chi sa se lieta o paga
 fia di questo furor l’ombra di Osiri?
 AMASI
 Piace a me? Questo basta.
 Ei di tre colpe è reo. Mi uccise il figlio,
 pretende nel mio soglio e mi è rivale.
1195E tre giudici ancora,
 il padre, il re, l’amante,
 lo chiamano al gastigo. Ei venga e mora.
 ARTENICE
 (Ahi! Dov’è il genitor?) Rivale il temi?
 L’amai, nol niego, e l’amo;
1200ma se, per far ch’ei viva,
 giova ch’io sia infedel, mi esca del petto
 con la metà del cor la cara immago.
 Vedi quanto ti dono
 per comprar la sua vita.
1205A me lo dona e più non l’amo. Ah! Senti,
 senti quai patti acerbi. A me lo dona.
 Ecco del dono il prezzo. Ecco Artenice.
 Ecco la fede. Ecco la destra ancora.
 Viva Sesostri e tua son io...
 AMASI
                                                   No, mora.
 ARTENICE
 
1210   Perché morte? A lui, perché?
 Basti a te l’avergli tolto
 regno, padre e libertà.
 
    Vada sciolto e la mia fé
 sia mercé di tua pietà.
 
 AMASI
1215Mora. Nulla mi doni
 che non sia mio. Se quella man mi niega
 il tuo pronto volere, avrolla or ora
 del mio poter. Venga Sesostri e mora.
 
 SCENA XIII
 
 SESOSTRI tra le guardie e li suddetti
 
 SESOSTRI
 
    Son costante e non paventa
1220l’alma mia catene e morte.
 
    Può ben far la tirannia
 che felice io più non sia
 ma non già ch’io non sia forte.
 
 AMASI
 Così al giudice un reo?
 SESOSTRI
1225Così al tiranno un re.
 AMASI
 Ma serva il re al tiranno.
 Tutta la tua costanza,
 tutta la tua fortezza
 a fronte di due pene or qui si vegga.
1230L’una fia ’l tuo morir, l’altra Artenice,
 mia sposa su quel trono, e fia la prima.
 ARTENICE
 Ciò non fia mai.
 SESOSTRI
                                 Taci, Artenice. Vanne.
 China al destin la fronte; e l’empio temi.
 ARTENICE
 Viva almen l’infelice.
 AMASI
                                         Eh! Vieni al soglio.
1235Vo’ le tue nozze e la sua morte io voglio. (La prende per mano)
 ARTENICE
 Forza crudel!
 SESOSTRI
                           Vanne, mia cara.
 ARTENICE
                                                            (O dei!)
 AMASI
 Vieni. Regina e sposa mia tu sei. (Va con Artenice sul trono)
 SESOSTRI
 Perché, perché s’indugia il morir mio?
 AMASI
 Morrai, fellon. Là s’incateni. (Sesostri è legato alla statua dell’Odio)
 ARTENICE
                                                       O dio!
 AMASI
1240Or cada.
 SESOSTRI
                   Il colpo attendo e non lo temo.
 AMASI
 Ma il braccio temerai ch’è tuo omicida.
 A me tosto Nitocri.
 ARTENICE
 A che la chiami?
 AMASI
                                 Essa il suo figlio uccida.
 SESOSTRI
 (O barbarie!)
 ARTENICE
                            (O impietà!)
 AMASI
                                                      Se a lei ti scuopri, (A Sesostri)
1245teco morrà la madre; e se tu parli, (Ad Artenice)
 per te de l’ire mie fia reo Fanete.
 SESOSTRI
 Numi, numi d’Egitto, e voi tacete?
 
 SCENA XIV
 
 NITOCRI tra le guardie e li suddetti
 
 NITOCRI
 Eccomi. Che si vuol? Sul trono assisa
 Artenice con l’empio?
 AMASI
1250Vedi se un empio sono
 o se giusto son io. Là scorgi il reo
 del tuo morto Sesostri. In lui si adempia,
 e si adempia da te la tua vendetta.
 NITOCRI
 Tuo figlio? Ah! Qualche frode.
 AMASI
1255Mio figlio, sì, ma un figlio indegno e vile
 e traditor del tuo. Qui l’abbandono
 a le tue furie; e se ti manca un ferro,
 eccoti ’l mio. (Le getta la spada)
 NITOCRI
                           Lo prendo e corro... Ahi! Dove?
 Qual gelo? Qual orrore? Un sì bel colpo,
1260che già fu voto mio, da me or si teme? (La prende e va furiosa verso Sesostri, poi si ferma)
 AMASI
 A che più tardi? Egli tuo figlio uccise.
 NITOCRI
 Ei dunque mora. (Torna verso Sesostri)
 ARTENICE
                                   O ciel!
 AMASI
                                                  Pensa a Fanete. (Ad Artenice)
 NITOCRI
 Ma chi m’arresta il braccio?
 Narrami, scellerato, anche una volta
1265il tuo delitto, onde più pronta a l’ire
 mi faccia il mio dolor.
 SESOSTRI
                                           Parlar non posso.
 NITOCRI
 Parlar non puoi?
 AMASI
                                  Che chiedi
 a lui di più? Non ti mostrò l’acciaro
 che Sesostri cingea? Sugli occhi tuoi
1270non vantò il tradimento e ’l traditore?
 NITOCRI
 È vero. In lui vegg’io
 d’Amasi il figlio e l’uccisor del mio. (Corre a Sesostri)
 ARTENICE
 Ferma, o regina. (Discende furiosa dal trono)
 AMASI
                                  Olà! Che tardi? Ei mora. (Alzandosi il prospetto, si vede tutto il tempio illuminato con l’ara d’Amore e d’Imeneo in lontano. Cade il simolacro dell’Odio e resta disciolto Sesostri. Sparisce il trono e, volendone Amasi discendere, si trova incatenato ad un sasso)
 
 SCENA ULTIMA
 
 FANETE ed ORGONTE, con spade nude alla mano, e li suddetti
 
 FANETE, ORGONTE
 Mori tu, scellerato.
 AMASI
1275Qual tradimento? O cieli! Io fra catene?
 SESOSTRI
 Che veggo, o dei?
 ARTENICE
                                   Regina, ecco Sesostri.
 NITOCRI
 Sesostri tu?
 SESOSTRI
                         Sì, madre.
 NITOCRI
                                               Or va’, mio figlio,
 vendica il padre, il re, Nitocri e ’l regno.
 AMASI
 Io? Io tradito? (Amasi vien circondato da le guardie)
 FANETE
                               A te, signor, lo sveno.
 SESOSTRI
1280Fermati. Non profani
 quel sangue scellerato il tempio e ’l nume.
 AMASI
 Felloni! Al vostro re?
 ORGONTE
                                         Regna Sesostri.
 AMASI
 Chi mi tradì?
 FANETE
                            Fur dal mio zelo ordite
 le ingegnose catene, onde sei colto.
 AMASI
1285Un sasso è ’l trono mio? Lacci al mio piede?
 Custodi, ov’è la fede?
 Vassalli, ov’è l’amore?
 SESOSTRI
 Taci. Non ha vassalli un traditore.
 AMASI
 
    Aita.
 
 ORGONTE, NITOCRI
 
                A le stragi.
 
 AMASI
 
1290Soccorso.
 
 FANETE, SESOSTRI, ARTENICE
 
                    A lo scempio.
 
 AMASI
 
    Mercé.
 
 ORGONTE, NITOCRI
 
                   Sei un vile.
 
 AMASI
 
 Pietà.
 
 FANETE, SESOSTRI, ARTENICE
 
              Sei un empio.
 
 AMASI
 
    Che attendo?
 
 ORGONTE, FANETE, NITOCRI
 
                               Le pene.
 
 AMASI
 
 Che spero?
 
 SESOSTRI, ARTENICE
 
                        La morte.
 
 A CINQUE
 
1295   Crudel, ti condanna
 la giusta tua sorte.
 
 AMASI
 O minacce! O destin! Ti cedo il soglio. (A Sesostri)
 Ma lasciami la vita.
 SESOSTRI
 Voglio il mio regno e la tua morte io voglio.
 AMASI
1300Almen per te si plachi. (Ad Artenice)
 ARTENICE
 Da me, da lui cerchi pietade ancora?
 Ei disse. Io dico: «Amasi vada e mora».
 AMASI
 Morrò. Dammi quel ferro.
 Un ferro a me si niega?
 SESOSTRI
1305Un carnefice attendi. Al suo supplizio
 traggasi l’empio, o fidi.
 AMASI
 Andiamo. Io morirò; ma temi ancora
 d’Amasi le vendette. Ancor sepolto
 tuo nemico m’avrai. M’avrà l’Egitto
1310suo funesto tiranno.
 Scoterò nel tuo soglio,
 turberò nel tuo letto
 la tua pace e ’l tuo amore; e col mio sdegno
 sarò fatale al re, fatale al regno. (È condotto altrove dalle guardie)
 NITOCRI
1315Mio figlio, e vivi e regni?
 SESOSTRI
 Tanto si dee di questi fidi al zelo.
 ORGONTE
 N’ha la gloria Fanete.
 FANETE
                                          E meco Orgonte.
 Meglio i suoi casi udrai. Giova che lieta
 vegga or Menfi il suo re.
 SESOSTRI
                                               Vadasi; e vegga
1320in Artenice ancor la sua regina.
 ARTENICE
 Contenta alfin col mio Sesostri io sono.
 TUTTI
 Oggi è felice il regno e lieto il trono.
 
    Ritorna a noi la pace
 e seco viene amor.
 
1325   Amor che in una stella,
 la più serena e bella,
 de la sua chiara face
 accese il dolce ardor.
 
 Fine del drama