L’Engelberta (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744 (Engelberta)

 ATTO QUINTO
 
 Luogo di sepolcri imperiali, dove sta nel mezzo quel di Engelberta, più degli altri maestoso.
 
 SCENA PRIMA
 
 LODOVICO e BONOSO
 
 BONOSO
 Vedi, signor. L’ultima pompa è questa
 dell’estinta innocente.
 LODOVICO
1190Vacilla il passo e gir non osa il guardo,
 ove lo chiama un disperato amore.
 BONOSO
 Ti discolpa il tuo pianto.
 LODOVICO
 Se nol vede Engelberta, e chi mi assolve?
 BONOSO
 Il tuo stesso dolor.
 LODOVICO
                                    Piangasi adunque
1195il suo torto e il mio danno;
 e perché sia maggiore il pianto e il duolo,
 in braccio a’ mali miei lasciami solo.
 BONOSO
 
    Quell’anima innocente
 ascolti i tuoi sospiri
1200e miri le tue lagrime;
 poi ti perdonerà.
 
    A reo, che ben si pente,
 è un facile trionfo
 la tenera pietà.
 
 SCENA II
 
 LODOVICO solo
 
 LODOVICO
1205Ossa onorate e care,
 poiché giunger non puote il mesto pianto
 a richiamare in voi l’alma smarrita,
 deh! soffrite che imprima in su quest’urna
 il mio povero amore un bacio almeno.
 
1210   Cari sassi, all’ossa amate
 deh, portate i miei lamenti.
 
 VOCE DI DENTRO
 
    Empio, taci; un’alma casta
 tel contrasta e dice: «Menti».
 
 LODOVICO
 Che sento? In mia condanna
1215le tombe han vita?... Ove son io?... Che miro?...
 
 SCENA III
 
 ENGELBERTA e LODOVICO
 
 ENGELBERTA
 Miri Engelberta, quella
 che tua direi, se tua più fosse; miri
 la venefica donna,
 l’impudica consorte
1220che condannasti a morte e che, fra questi
 apparati funebri,
 più che nella tua reggia ha il suo riposo;
 quella miri, empio mostro, iniquo sposo.
 LODOVICO
 È gioia? È speme? È error? Sogno? Traveggio?
 ENGELBERTA
1225Non sogni, no; della tradita moglie
 queste son le sembianze. Essa ti parla,
 essa che un empio, un traditor ti chiama.
 LODOVICO
 Tal dunque a me tu riedi?
 ENGELBERTA
 E tal tu vieni alla mia tomba? Ancora
1230un falso pianto e vano
 qui dell’anima mia turba la pace?
 LODOVICO
 Falso il mio pianto? Ah! S’egli è ver che il core
 parli negli occhi, in questi
 tu vedi il mio...
 ENGELBERTA
                               Già il vidi. Un cor che cieco
1235mancò all’amor col non udirlo, un core
 che complice si fa del tradimento,
 credendo al traditore.
 LODOVICO
 È ver; ma il mio dolore è tua vendetta.
 ENGELBERTA
 Duol che l’onte non toglie, accresce l’onte
1240e pena gli si dee, più che perdono.
 Parti; né più ti vegga un’alma offesa
 funestar questi sassi.
 LODOVICO
 Con l’odio di Engelberta?
 ENGELBERTA
                                                 Odio ch’è giusto
 rispetto insegni e non audacia a’ rei.
 LODOVICO
1245Incauto errai.
 ENGELBERTA
                            No no, perfido errasti.
 Il tuo amor, la mia fé toglier dovea
 a te il sospetto, a me il periglio. Vanne.
 LODOVICO
 Senza perdon?
 ENGELBERTA
                              Noi merti, o dispietato.
 LODOVICO
 Mira quale io mi sia.
 ENGELBERTA
                                         Sei un ingrato.
 LODOVICO
1250È ver; ti condannai.
 O colpa! O cecità!
 ENGELBERTA
                                   Vane querele.
 LODOVICO
 Più non sono qual fui.
 ENGELBERTA
                                           Sei un crudele.
 LODOVICO
 E tal dunque si mora.
 Ben tosto, o mia Engelberta,
1255la tua vittima avrai.
 Ti plachi il sangue, ove non giova il pianto.
 Sì, morirò. Ma sciolta
 che sia l’alma infelice, a lei tu almeno
 stendi le amiche braccia
1260né ricusarle un dolce sguardo, in segno
 del tuo perdon. Felice,
 se a quest’ultimo voto almen consenti.
 Cara Engelberta, addio.
 ENGELBERTA
                                              Fermati e senti.
 Vivi; e s’è ver che temi
1265l’odio mio, vivi, o sposo. Un sì bel nome
 t’insegni a vendicarlo.
 Vanne. Augusto e marito, all’innocenza
 reca pubblica aita
 e l’onor tuo nell’onor mio difendi;
1270poscia il perdon, se pur lo brami, attendi.
 
    Vivi per mio comando
 ma vivi sospirando
 e vendica il mio onor.
 
    Punir vo’ la tua colpa
1275ma sol con la tua vita
 che sia per me discolpa
 e sia per te dolor.
 
 SCENA IV
 
 LODOVICO
 
 LODOVICO
 Sì, la vendetta avrai; l’avrai dal ferro
 di un amico pietoso;
1280l’avrai dal mio dolor, dalla tua fama.
 Ma ch’io viva? Sì, vivi
 e vivi sospirando. Ad Engelberta,
 benché tanto tradita,
 piace il tuo pentimento e la tua vita.
 
1285   Tanto sospirerò,
 sinché pietoso udrò
 dirmi quel labbro amato:
 «Io ti perdono».
 
    Ma d’empio e di spietato
1290allor mi accuserà
 infino la pietà
 del suo perdono.
 
 Anfiteatro.
 
 SCENA V
 
 METILDE e poi ARRIGO
 
 METILDE
 Affetti miei, qui trionfar vedrete
 della madre l’onor, qui dell’amante
1295crescer il merto.
 ARRIGO
                                 E qui a Metilde, o bella,
 la gloria d’esser mia render io voglio.
 METILDE
 La figlia di Engelberta in sul tuo soglio?
 ARRIGO
 La virtù della madre
 fortuna è della figlia. Un certo grido,
1300che innocente la fa, qui mi richiama
 al mio laccio primiero.
 METILDE
 Chi una volta ne uscì, più non vi rieda.
 ARRIGO
 Il cor torna con fasto...
 METILDE
 No no, resti dov’è.
 ARRIGO
1305Per mio novo comando
 ei rivola al tuo seno.
 METILDE
                                       Ed io, signore,
 qui comando al mio sen che nol riceva.
 ARRIGO
 Di sì ingiusti rigori...
 METILDE
 Questo è campo di pugna e non di amori.
 
 SCENA VI
 
 BONOSO con seguito e li suddetti
 
 BONOSO
 
1310   Giusto e forte impugno il brando;
 e pugnando,
 son guerrier dell’innocenza
 e campion dell’onestà.
 
    Il mio braccio ed il mio zelo
1315regga il cielo
 per terror dell’empietà.
 
 SCENA VII
 
 LODOVICO con seguito e li suddetti
 
 LODOVICO
 Venga Ernesto. Bonoso,
 deggio alla tua pietade
 la vita di Engelberta; e al tuo valore
1320confido l’onor suo, confido il mio;
 e l’amor di Metilde è la tua speme. (Va a seder nel suo posto)
 BONOSO
 Sotto sì degni auspici,
 certa è la mia vittoria.
 METILDE
 Vinci; ma nel tuo sen difendi ancora
1325di me la miglior parte, idolo mio.
 ARRIGO
 Tempo è di pugna e non di vezzi. Andiamo.
 BONOSO
 lo vincerò, Metilde. Un sol tuo sguardo
 già rinforza il mio core.
 METILDE
 Ti arrida il ciel, come ti arride amore. (Va a sedere)
 BONOSO
1330Numi, voi. che sapete
 l’onestà di Engelberta e la sua fede,
 reggete in sua difesa
 e la destra e l’acciar. Della vittoria
 il premio sarà mio, vostra la gloria.
 
 SCENA VIII
 
 ERNESTO tra guardie e li suddetti
 
 ERNESTO
 
1335   Ov’è il ferro? All’armi, all’armi;
 pugna e vinci, o mio valor. (Una guardia presenta due spade, una delle quali prende Bonoso e l’altra Ernesto)
 
 BONOSO
 
    Ernesto, eccoti il ferro,
 strumento di pena,
 non fregio di onor. (Ernesto non badando a Bonoso, preso che ha il ferro in mano, va per la scena agitato)
 
 ERNESTO
 
1340   Entri in campo il mio nimico;
 ah! Lo cerco e l’ho nel cor.
 
 Dove, dove mi guidi,
 cieco furor? Tutto l’inferno io chiudo.
 BONOSO
 Che fai? Cerchi il nimico? In me lo vedi.
1345Al cimento la tromba omai ti sfida. (Suonan le trombe in segno di combattimento)
 ERNESTO
 Oimè! Viene la morte,
 e col ceffo peggior de’ suoi spaventi.
 Che farò? Son perduto.
 BONOSO
 Quali smanie? Ove vai? Questo è il nimico. (Bonoso si mette in atto di combattere. Ernesto lo guarda attento e poi torna alle prime sue furie)
 ERNESTO
1350Cerbero? Che rispondo?
 Le furie? Ove mi ascondo?... È ver... Tentai
 con temerarie note...
 di Engelberta la fé...
 BONOSO
                                        Parla il suo fallo. (Verso Lodovico)
 ERNESTO
 Dov’è il mio cor? Ma veggio Otton. Di’, giunse
1355l’ingegnosa calunnia a Lodovico?... (Verso una delle guardie)
 Nella tenda?... Ti lodo.
 LODOVICO
                                           Il colpo intendo.
 ERNESTO
 Il foglio mio, deh, rendimi, Engelberta;
 parti e mel neghi? Vanne.
 Prevenirò le accuse. Ottone, Ottone,
1360senti ch’ella ti chiede
 rimedio a’ suoi sospetti;
 e tu dalle un veleno. Or son contento.
 BONOSO
 Delira e dice il vero.
 LODOVICO
                                        O tradimento!
 BONOSO
 Non più, confessa il torto o qui ti sveno.
 ERNESTO
1365Perdon, bella Engelberta,
 o solo per pietà passami il seno. (S’inginocchia dinanzi a Bonoso e getta la spada)
 LODOVICO
 Olà, traggasi il reo
 ben custodito al suo supplizio infame.
 ERNESTO
 Andiamo anche a Cocito.
1370O quanti mostri! Io vi ravviso. Siete
 la calunnia, l’inganno e la menzogna;
 fuggiam, fuggiam da questo
 spaventevole oggetto.
 O non v’è più Cocito o l’ho nel petto. (Ernesto parte tra le guardie e Lodovico scende con gli altri dal suo posto)
 LODOVICO
1375Più misero di Ernesto
 quanto son io! Deh! Amico,
 con l’onor di Engelberta
 rendimi l’amor suo. Vive, Metilde,
 per te la dolce madre;
1380ma non vive per me la dolce sposa.
 BONOSO
 Spera.
 METILDE
                L’avrai pietosa.
 LODOVICO
                                              Onde sperarlo,
 dopo sì gravi offese? Onde, Metilde,
 aspettarne il perdono?
 METILDE
 Dal pentimento tuo.
 BONOSO
                                        Dalla sua fede.
 LODOVICO
1385Più la sua fede è certa,
 più chiaro è l’error mio.
 TUTTI
                                              Viva Engelberta.
 
 SCENA ULTIMA
 
 ENGELBERTA e li suddetti
 
 ENGELBERTA
 
    Più bella e più amorosa
 ritorna la tua sposa,
 cor mio, mio bene, a te.
 
1390   Ed or che sei pentito,
 più caro e più gradito
 amor ti rende a me.
 
 LODOVICO
 E fia ver che perdoni
 alla mia crudeltà? Né questo è inganno
1395degli occhi o del desio?
 ENGELBERTA
 Sposo, abbracciami pur, che tua son io.
 BONOSO
 Al tuo amor la serbai. Trafitto cadde
 Otton nel bosco, ove l’insidie ordia
 contro Engelberta e nel cader l’arcano
1400svelò dell’impostura e l’empie frodi.
 LODOVICO
 O pietà generosa!
 Eccone la mercé. (Mostrandogli Metilde)
 METILDE e BONOSO
                                   Cor mio, ne godi.
 ARRIGO
 Arrigo se ne offende.
 ENGELBERTA
 Ingrata esser potrei? Dal tuo soccorso
1405ebbi vita? Ebbi gloria?
 Metilde, a lui porgi la destra.
 METILDE
                                                       E il core.
 ARRIGO
 Vendicato son io, poiché ti veggo
 sposa ma non regina.
 LODOVICO
                                          Arles sia regno;
 tale augusto il dichiara.
 BONOSO
1410A me sì grande onor?
 LODOVICO
                                          Ben ne sei degno.
 ENGELBERTA
 O calunnie felici!
 LODOVICO
 O soave dolore!
 ENGELBERTA e LODOVICO
 Con l’innocenza oggi trionfa amore.
 CORO
 Con l’innocenza oggi trionfa amore.
 ENGELBERTA
 
1415   Della frode tra i cimenti
 l’innocenza è sempre bella,
 
    come esposta a’ nembi, a’ venti
 verde palma è sempre quella.
 
 CORO
 
    Della frode tra i cimenti
1420l’innocenza è sempre bella.
 
 Il fine dell’«Engelberta»