Scipione nelle Spagne, Barcellona, Figueró, [1710]

 SCENA XX
 
 SCIPIONE, LUCEIO ed ELVIRA
 
 SCIPIONE
 Tanto ardisti, o Luceio?
 LUCEIO
                                              In che mi accusi?
 ELVIRA
1210(Preservatelo, o dei!)
 SCIPIONE
                                         Nome e fortuna
 mentir nemico? Entrar nel roman campo?
 Nelle stesse mie stanze?
 LUCEIO
 Ma nulla oprai di che temere io possa,
 di che tu condannarmi.
 SCIPIONE
1215Star mio rivale, al fianco
 di Sofonisba?
 LUCEIO
                            Anche rival ti apersi
 strada in quel core e tua la feci.
 ELVIRA
                                                           (O caro).
 SCIPIONE
 Ma tu l’amavi ancor?
 LUCEIO
                                         Quanto amar puossi.
 SCIPIONE
 Perché cederla a me?
 LUCEIO
                                          Perché amar deggio
1220più di lei la mia gloria e ’l mio dovere.
 SCIPIONE
 (Somma virtù che fa arrossir la mia!)
 Vanne, fuor de la reggia
 non trarre il piè. Colà ben tosto udrai
 ciò che Scipio risolva.
 LUCEIO
1225Qualunque sia del tuo voler la legge, (A Scipione)
 vedrai sempre Luceio,
 e me ne assolva l’amor tuo pudico, (Ad Elvira)
 fedele amante e generoso amico. (A Scipione)
 
    Tra un amico ed un’amante
1230sino a l’ultimo respiro
 il mio cor dividerò.
 
    E spergiuro od incostante,
 non l’onore e non l’amore
 per viltà mai tradirò.