Scipione nelle Spagne, Barcellona, Figueró, [1710]

 SCENA XIV
 
 SOFONISBA e poi LUCEIO
 
 SOFONISBA
 
    Mi palpita nel petto
 d’insolito diletto
 il mio soave amor.
 
990   Aure, anche voi potete
 qui risentir più liete
 la gioia del mio cor.
 
 Sì, respirate affetti.
 Cardenio, ed ei poc’anzi
995ve ne accertò, l’infausto laccio infranse.
 LUCEIO
 Sofonisba, mio bene,
 decreta il cielo e a noi soffrir conviene.
 Io tuo non posso, esser non puoi tu mia.
 SOFONISBA
 Eh! Più Cardenio il tuo dolor non sia.
1000Sua più non sono.
 LUCEIO
                                    Ah! Men funesto e rio
 non è ’l nostro destino.
 SOFONISBA
 Chi ’l può turbar?
 LUCEIO
                                    Luceio.
 SOFONISBA
 Luceio è ’l mio conforto.
 LUCEIO
 Non dir così, quando sciagure apporto.
 SOFONISBA
1005Sciagure? E tu le arrechi?
 LUCEIO
 Vuol così ’l ciel, così ’l dover m’impone.
 Esser dei... Lo dirò?... Sì... Di Scipione.
 SOFONISBA
 Io di Scipion?
 LUCEIO
                             Di lui che t’ama, o cara.
 Di lui che ti sospira e che n’è degno.
1010È questo il tuo destin. Questo è ’l mio impegno.
 SOFONISBA
 Crudel! Tuo impegno ancora?
 LUCEIO
                                                         E te ne priego.
 SOFONISBA
 Taci, che così offendi
 la mia fede e la tua. Volermi d’altri
 è un dir che non mi amasti e che non m’ami.
1015È un creder ch’io non t’ami o t’ami poco.
 E pur t’amo e lo sai,
 quanto si puote amar.
 LUCEIO
                                           Lo so e ten chieggo
 l’ultimo testimon. Sii di Scipione.
 SOFONISBA
 Pria di morte sarò.
 LUCEIO
                                     Col tuo rifiuto,
1020che mi niega un piacer, più mi tormenti.
 SOFONISBA
 Tormento la virtù ma piaccio al core.
 LUCEIO
 (Tirannico dover, dove mi guidi?)
 Senti. O sii di Scipione o qual io sono
 suo rival, suo nemico, a lui mi svelo.
1025Sappia ch’io son Luceio
 e col tormi di vita
 levi a’ suoi voti il più funesto inciampo.
 SOFONISBA
 Ferma, o dio.
 LUCEIO
                            La mia gloria
 dà norma a la mia sorte.
1030Vado a morir; ma per te vado a morte.
 SOFONISBA
 O di te stesso o più di me tiranno,
 donami un sol momento,
 perché almen fra due morti
 sceglier possa il mio cor la men crudele.
1035Sacrificar qui deggio
 la tua vita o ’l mio amor. Deh! Per pietade,
 snuda l’acciaro e in questo sen l’immergi.
 LUCEIO
 (Intenerir mi sento).
 SOFONISBA
 In questo sen, dove si chiude un core,
1040pegno immortal di mio pudico amore. (Piange)
 LUCEIO
 
    Pianti bei, voi m’uccidete
 ma da me poi non avrete
 che un’inutile pietà.
 
    Forte l’alma in me vedrete
1045e nel duol ma non potrete
 consigliarmi una viltà.
 
 Ecco Scipion. Luceio è risoluto.
 Sofonisba risolva. O cedi o parlo.
 SOFONISBA
 No... Digli... O dio!
 LUCEIO
                                     Che sua sarai.
 SOFONISBA
                                                                 Disponi
1050di me qual brami. In sì martiri immensi
 ciò ch’io voglia non so né ciò ch’io pensi.