Scipione nelle Spagne, Barcellona, Figueró, [1710]

 SCENA V
 
 SOFONISBA, LUCEIO e CARDENIO
 
 CARDENIO
 Bella, a la mia felicità non manca
 che il tuo consenso. Lascia
 ch’io vegga ne’ tuoi lumi un raggio amico.
 SOFONISBA
 Mirali, sì, che in loro
740non vedrai che il mio pianto e ’l mio martoro.
 CARDENIO
 Intendo, il tuo Luceio ancor t’ingombra
 l’anima innamorata.
 SOFONISBA
 La bella idea mi sta presente ognora;
 e l’amerò doppo la tomba ancora.
 CARDENIO
745Ma che risolvi?
 SOFONISBA
                               O dio! Morir.
 CARDENIO
                                                          Cotanto
 un nodo a te dispiace...
 SOFONISBA
 Deh! Non cercar di più. Lasciami in pace.
 CARDENIO
 Ma tu, caro Tersandro, a che sì mesto?
 LUCEIO
 Tu sei solo mio duol, tu mia sventura.
 CARDENIO
750Intendo; a te dà pena
 che Sofonisba a me sia cruda e ria.
 Ah! Se brami ch’io sia
 lieto ne l’amor suo, sveglia in quel core
 per me qualche pietà. Fa’ che più lieta
755si appressi ad una face...
 LUCEIO
 Deh! Non cercar di più. Lasciami in pace.
 CARDENIO
 
    Partir e non languir
 non posso, o caro amico,
 non posso, o dolce amor.
 
760   Pur se mirassi in voi
 pupille più tranquille,
 saria la vostra pace
 conforto al mio dolor.