Scipione nelle Spagne, Barcellona, Figueró, [1710]

 SCENA III
 
 MARZIO e li sodetti
 
 MARZIO
 Un disperato amore
635mi trasse, o duce, oltre il dover ne l’ira.
 È ver. Perdona, avea perduto Elvira.
 SCIPIONE
 Questa sola discolpa
 tolse molto al tuo error, molto al mio sdegno.
 Or discolpa maggior n’è il tuo rimorso.
 MARZIO
640Cardenio mi oltraggiò. Più non n’esiggo
 la vendetta e ’l riparo.
 Godo che sciolto ei vada;
 e un fratello di Elvira ancor mi è caro.
 SCIPIONE
 In Marzio or sì ravviso un cor romano.
 MARZIO
645Ma nol veggo in Scipion. Benché sì chiara
 la fama sua sta d’atre nebbie involta.
 SCIPIONE
 Come? Di che son reo?
 MARZIO
                                             Soffrilo e ascolta.
 CARDENIO
 (Che ardir!)
 LUCEIO
                          (Che sofferenza!)
 MARZIO
 Sofonisba è ’l tuo amore, Elvira è ’l mio.
650Questa è mia spoglia; e tuo possesso è quella.
 Sono pari gl’affetti,
 pari le leggi. E pur mi è tolta Elvira,
 perché con l’amor mio la disonoro.
 Ma in tuo poter, benché tu n’arda amante,
655Sofonisba ritieni.
 E che! Forse non sale
 novo vapor da le tue fiamme istesse,
 talché ne resta il suo candore offeso?
 So che puro è ’l tuo foco e che non entra
660in petto di Scipion vile desio;
 ma non così ne parla
 l’ignaro volgo, i più sublimi avvezzo
 nobili affetti a misurar da’ suoi.
 Se giusto sei, se l’onor tuo ti è caro,
665se quel di Sofonisba,
 giudica col rigore,
 con cui giudichi gli altri, anche te stesso.
 O di un caro possesso
 priva il tuo amore o ancor l’altrui consola;
670o con tua pena o a mio favor risolvi;
 o rendi Elvira o Sofonisba assolvi.
 SCIPIONE
 (Rimprovero crudel! Dunque fia vero
 ch’io manchi al dover mio sol perché amante?
 Pena, o Scipion). Olà, qui Sofonisba.
 CARDENIO
675Che mai sarà?
 LUCEIO
                              (Di te si tratta, o core).
 MARZIO
 Pianga, se il mio non gode, anche il suo amore.
 SCIPIONE
 
    Povero core,
 s’ha da penar.
 Ma nel tuo stesso
680più fier dolore
 mostrar tu dei
 che sei mio cor.
 
    Per esser misero
 ti è forza amar.
685Ma nel tuo affanno
 più temi il danno
 de la tua gloria
 che del tuo amor.