Scipione nelle Spagne, Barcellona, Figueró, [1710]

 SCENA XVI
 
 SCIPIONE, LUCEIO e poi SOFONISBA
 
 SCIPIONE
 Tersandro, atro pensiero
 t’empie la fronte.
 LUCEIO
                                   In su la fronte, o duce,
 l’alma si spiega.
 SCIPIONE
                                Il labbro
 n’è interprete più fido. Onde il tuo duolo?
 LUCEIO
515Da te Scipio, da te. Spandesi in tutti
 la tua beneficenza. In me de’ mali
 tutta versi la piena.
 SCIPIONE
                                      In che ti offendo?
 LUCEIO
 In che? Ne’ ceppi altrui.
 SCIPIONE
                                               Non anche intendo.
 LUCEIO
 Di’, comun con Cardenio
520non ho la patria?
 SCIPIONE
                                  È ver. D’Iberia il cielo
 forse mai non produsse alme sì grandi.
 LUCEIO
 Or tu mi offendi in lui. Le sue catene
 mia pena ancor si fanno;
 e lui mirar non puosso
525che in te insieme non miri il suo tiranno.
 SCIPIONE
 Suo giudice or son io. Deggio punirlo,
 se colpevole ei fia.
 LUCEIO
                                    Ma dirà ’l mondo
 che nemico il punisci,
 perché l’odi rival; sol nel tuo core
530lo fa reo Sofonisba ed il tuo amore.
 SCIPIONE
 Ami sua libertade?
 LUCEIO
                                      Ed amo in essa
 la gloria tua.
 SCIPIONE
                          Sta in tuo poter.
 LUCEIO
                                                          M’imponi
 qual vuoi più dura legge. Eccomi pronto.
 SCIPIONE
 Giungi opportuna, o principessa.
 SOFONISBA
                                                              Il fato
535di Cardenio mi è noto,
 di Scipio l’ira e di Tersandro il voto.
 LUCEIO
 (Che sarà mai?)
 SCIPIONE
                                 Custodi,
 tosto rechisi a me gemmato acciaro.
 SOFONISBA
 (Per un rival troppo ti esponi, o caro). (A Luceio)
 SCIPIONE
540Quel che ti pende al fianco,
 peso guerrier, pria tu mi cedi.
 LUCEIO
                                                         Intendo.
 A’ ceppi di Cardenio
 lieto succedo. Eccoti il ferro e sappi
 che tormelo dal fianco
545mia virtù sol potea.
 SOFONISBA
                                      (Virtù funesta).
 SCIPIONE
 Giurati amico mio. La legge è questa.
 SOFONISBA
 (Respiro).
 LUCEIO
                      (Accerba legge,
 che mi toglie sin l’odio
 di un mio rival per liberarne un altro).
 SCIPIONE
550Tanta pena ti costa
 l’amistà di Scipion?
 LUCEIO
                                       Più che non pensi.
 Ma lo vuole il destin. Giuro...
 SCIPIONE
                                                       Su questo
 brando lo giura, indi il gradisci in dono.
 LUCEIO
 Giura Tersandro ed or tuo amico io sono.
555E sia pegno di fé questo, che or prendo,
 illustre acciar, tuo dono,
 e in tuo serviggio al guerrier fianco appendo.
 SOFONISBA
 (Eroiche gare!)
 SCIPIONE
                               A la città mi affretto,
 onde Cardenio in libertà ritorni.
560Mi è pena ogni momento,
 nel qual per lui tuo debitor mi sento;
 colà ti attendo e teco
 venga ancor Sofonisba. Amor vien meco.
 
    Occhi belli, prendete un addio
565e voi, cari, un addio mi rendete
 ma con raggio di affetto pietoso.
 
    Saria colpa del fido amor mio
 il lasciarvi e ’l non dirvi che siete
 mia delizia, mio ben, mio riposo.