Scipione nelle Spagne, Barcellona, Figueró, [1710]

 SCENA XV
 
 SCIPIONE, CARDENIO e LUCEIO
 
 SCIPIONE
 Un amor disperato
 cieco è ne l’ira. A Marzio
 tolsi l’oggetto e l’onor tuo difesi.
495Ora è giusto, o Cardenio,
 che del tuo ardir prenda la pena anch’io.
 Cedi l’acciar, nemico a Roma e mio.
 CARDENIO
 E aggiungi tuo rival. L’odio in te cresca
 con la ragion di quell’amor ond’ardi.
500Ecco l’acciar.
 SCIPIONE
                           Guerrieri,
 entro Cartago il prigioner si guidi.
 LUCEIO
 (Benché rival compiango
 la sorte sua).
 CARDENIO
                           Comunque
 col tuo voler di me decreti il fato,
505rammenterò che hai l’onor mio difeso;
 e morrò col rossor d’esserti ingrato.
 
    Hai virtù che m’innamora
 quasi al par del caro bene.
 
    E convien ch’io t’ami ancora,
510benché autor de le mie pene.