Scipione nelle Spagne, Barcellona, Figueró, [1710]

 SCENA XIV
 
 SCIPIONE, LUCEIO, CARDENIO e MARZIO
 
 LUCEIO
 (Sempre maggior scorgo il rivale).
 MARZIO
                                                                 Ah! Questo
 de’ miei sudori a pro di Roma è ’l frutto?
 Questa del sangue sparso è la mercede?
470Marzio pur sono? Io lauri
 a te pur colgo? Io primo
 pur su le mura ispane
 l’aquila inalzo e le difese espugno?
 E di tanti trofei la sola spoglia
475così mi è tolta?
 SCIPIONE
                               A te la tolgo, è vero,
 anzi al tuo amor; ma del riscatto il prezzo
 tuo ne sarà.
 MARZIO
                         Non regna,
 Scipio, in quest’alma un mercenario affetto.
 A torto tu mi offendi. A torto illeso
480lasci Cardenio. Ei reo
 di più colpe trionfa. Egli nemico
 entrò nel campo. Ei di un roman tribuno
 portò furtivo entro la tenda il passo.
 Ei m’insultò col ferro; e pur si soffre,
485che più? Fa’ ch’ei m’uccida e ’l tronco capo
 mostri in trionfo a’ tuoi soldati e a’ miei.
 Duce, del torto mio ragion non chiedo.
 Del publico la chiedo; e se impunito
 lasci l’ispano ardito,
490tel giuro, i miei guerreri e i tuoi pur anco
 sapran punirlo anche di Scipio al fianco. (Parte)