Scipione nelle Spagne, Barcellona, Figueró, [1710]

 SCENA III
 
 TREBELLIO e detti
 
 TREBELLIO
                                                          Ah! Duce...
 SCIPIONE
 Che fia Trebellio?
 TREBELLIO
                                    O Sofonisba è morta
 o vicina a morir lotta con l’onde.
 SCIPIONE
 Che? Sofonisba? O dio! Come?
 TREBELLIO
                                                           Poc’anzi
75da l’alta torre, onde sul mar si stende
 libero il guardo, ella gittosi e cadde
 con sì subito salto
 che invan si accorse a sostenerla.
 SCIPIONE
                                                              Ah! Basta,
 già troppo intesi. Empio destin, trovasti
80con che atterrirmi. Invan sei forte, o core;
 né in te sento l’eroe, sento l’amante.
 Misera Sofonisba!
 Misero Scipio!
 ELVIRA
                              È degno
 di sì illustre dolor sì strano caso.
 SCIPIONE
85Che giova inutil pianto? Ite Romani,
 de la bella al periglio
 cerchisi scampo. Ite, pietoso il mare
 forse l’accoglie. Almeno
 l’onor non se gli lasci
90del suo sepolcro. Ite veloci. Ah! Scipio
 restar tu puoi? Colà ti chiama, o core,
 il tuo amor, la tua pace, il tuo dolore.
 
    Non mi giova d’esser forte;
 sento al duol che sono amante.
 
95   Se nel rischio del mio bene
 vuo’ far fronte a le mie pene,
 crudel sembro e non costante.