Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIV
 
 NITOCRI fra le guardie e i suddetti
 
 NITOCRI
 Eccomi. Che si vuol? Sul trono assisa
 Artenice con l’empio?
 AMASI
1250Vedi se un empio sono
 o se giusto son io. Là scorgi ’l reo
 del tuo morto Sesostri. In lui si adempia,
 e si adempia da te la tua vendetta.
 NITOCRI
 Tuo figlio? (Ah, qualche frode).
 AMASI
1255Mio figlio, sì, ma un figlio indegno e vile
 e traditor del tuo. Qui l’abbandono
 alle tue furie; e se ti manca un ferro,
 eccoti ’l mio. (Le getta la spada)
 NITOCRI
                           Lo prendo e corro... Ahi, dove?
 Qual gelo? Qual orrore? Un sì bel colpo,
1260che già fu voto mio, da me or si teme? (La prende e va furiosa verso Sesostri, poi si ferma)
 AMASI
 A che più tardi? Egli tuo figlio uccise.
 NITOCRI
 Ei dunque mora. (Torna verso Sesostri)
 ARTENICE
                                   Oh ciel!
 AMASI
                                                    Pensa a Fanete. (Ad Artenice)
 NITOCRI
 Ma chi m’arresta il braccio?
 Narrami, scellerato, anche una volta
1265il tuo delitto, onde più pronta all’ire
 mi faccia il mio dolor.
 SESOSTRI
                                           Parlar non posso.
 NITOCRI
 Parlar non puoi?
 AMASI
                                  Che chiedi
 a lui di più? Non ti mostrò l’acciaro
 che Sesostri cingea? Sugli occhi tuoi
1270non vantò il tradimento e il traditore?
 NITOCRI
 È vero. In lui vegg’io
 d’Amasi ’l figlio e l’uccisor del mio. (Corre a Sesostri)
 ARTENICE
 Ferma, o regina. (Discende furiosa dal trono)
 AMASI
                                  Olà, che tardi? Ei mora. (Alzandosi il prospetto, si vede tutto il tempio illuminato con l’ara d’Amore e d’Imeneo in lontano. Cade il simulacro dell’Odio e resta disciolto Sesostri. Sparisce il trono e, volendone Amasi discendere, si trova incatenato ad un sasso)