Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XVI
 
 ARTENICE e SESOSTRI
 
 SESOSTRI
 Come, Artenice? Io salvo
 per tuo favor? Tuo dono è la mia vita?
 ARTENICE
 Sì, Osiride, ho tradita
 di Nitocri la speme; ed al periglio,
865sì, Artenice rapì d’Amasi ’l figlio.
 SESOSTRI
 Deh, qual astro benigno
 mosse ’l tuo cor?
 ARTENICE
                                 Più tosto
 di’ qual fato crudel.
 SESOSTRI
                                      Ti duol ch’io viva?
 ARTENICE
 Oh dio! No, non mi duol; ma miei delitti
870son che per me tu viva e ch’io ne goda.
 SESOSTRI
 Che? Fia colpa l’amor? Rea la pietade?
 ARTENICE
 Pietà, che gli empi assolve, è rea con essi;
 e amor, che salva i rei, non è innocente.
 SESOSTRI
 Non son reo, non son empio.
 ARTENICE
875Infin che in te non vidi
 colpa che fosse tua, te sventurato,
 non reo, non empio io dissi;
 ma poiché quel tuo acciar tolse a Nitocri
 in Sesostri il suo figlio, il re al suo regno,
880il suo prence, il suo sposo a’ voti miei,
 la colpa è tua. Tu l’empio, il reo tu sei.
 SESOSTRI
 (Moro s’io taccio). Odi, mio ben...
 ARTENICE
                                                               Mi è noto
 tutto il tuo amore; e tutto or vedi ’l mio.
 Il reo tu sei; ma più del reo infelice
885il giudice ti mostro.
 Questo è il mio core. Ei vede il fallo; e ingiusto
 amor non lo condanna, anzi l’obblia;
 e teme nella tua la pena mia.
 SESOSTRI
 Pietà forse opportuna.
 ARTENICE
890Tu di me l’abbi, o prence. E se in Sesostri
 più sperar non poss’io, se in te non deggio,
 vanne. Toglimi almeno
 d’Amasi al nodo. Altro favor non chieggio.
 SESOSTRI
 Addio. Sposa di lui tu non sarai;
895ed oggi per tua pace
 me non empio e non reo forse vedrai.
 
    Di’ al tuo amor che aspetti un poco
 e non parta ancor da te.
 
    E la speme nel tuo seno
900tenga almeno acceso il foco
 che vi resta ancor per me.