Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VII
 
 FANETE e ORGONTE
 
 FANETE
 Lo stranier non trovasti?
 ORGONTE
 Dopo breve ristoro in Menfi ei venne;
690e vicino alla reggia or ora il vidi.
 FANETE
 Perduti siamo, ove il tiranno ei vegga.
 ORGONTE
 Non lo vedrà. L’ingresso
 per mio cenno si vieta ad ogni passo
 da’ più folti custodi; e ciò che sembra
695miglior difesa, è mia maggior cautela.
 FANETE
 Non basta, Orgonte. (Egli è Canopo). Il colpo,
 che alla speme comun da noi si deve,
 certo non è, s’ei vive.
 Vanne. Facile e pronto offri l’aspetto
700di Amasi a lui. Ti seguirà. Tu il guida
 ne’ reali giardini e là si uccida.
 ORGONTE
 Alle nostre speranze il cielo arrida.
 
    Allor che più freme
 nel mar la procella,
705più bella e più vera
 si spera la calma.
 
    E quando più teme,
 rinasce maggiore
 di un core la speme,
710la pace di un’alma.