Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIV
 
 FANETE ed ARTENICE
 
 FANETE
 Fausti vegliate, o dei,
 sui voti dell’Egitto.
 ARTENICE
                                     Il giorno, o padre,
415al meriggio è vicin.
 FANETE
                                      Non alla sera.
 Attendi, o figlia, e spera.
 ARTENICE
 Ma non veggio il garzon che a noi sen venne
 da estranio lido e ti seguì alla reggia.
 FANETE
 A che ne cerchi? Parla.
 ARTENICE
420Signor...
 FANETE
                   Che? Forse l’ami?
 ARTENICE
 Se questo è un fallo, il mio destin n’è il reo.
 FANETE
 No, non è fallo. Amalo, o figlia. Ei grande
 far ti potrà quanto potea Sesostri.
 ARTENICE
 (Oh lieta sorte!) Il grado?
 FANETE
425È regio.
 ARTENICE
                  Il nome?
 FANETE
                                     Osiri,
 figlio al tiranno.
 ARTENICE
                                Osiri,
 figlio al tiranno? (Oh dio!)
 FANETE
 Non si opponga al tuo amor la tua virtude.
 ARTENICE
 Posso abborrire il padre e amarne il figlio?
 FANETE
430Ti accheta. In grado eguale
 son glorie di Artenice
 quest’odio e questo amore. In egual grado
 sen compiace Fanete.
 Nimica ti lodai, ti lodo amante.
435Amalo, o figlia; e per godere amando,
 di’ al tuo cor, di’ al tuo amor ch’è mio comando.
 
    Di’ al tuo cor che io il voglio amante
 e vedrai
 quanto amar quel cor saprà.
 
440   Di’ al tuo amor ch’io il vo’ costante
 e saprai
 quanto fido amor sarà.