Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IX
 
 ARTENICE e i suddetti
 
 ARTENICE
 (Qui ’l genitor!)
 AMASI
                                Non ti stupir. La reggia (A Fanete)
 degna stanza è di lei. D’Amasi è il cenno.
270Meco vieni a regnar. D’Amasi è il voto. (Ad Artenice)
 ARTENICE
 (Che dico?)
 FANETE
                         (Che rispondo?)
 AMASI
                                                         A che tacete?
 ARTENICE
 Non risponde Artenice, ov’è Fanete.
 AMASI
 Egli ama il tuo destin. Tu vi acconsenti.
 Te ne prega il mio affetto e tel consiglia.
 ARTENICE
275Risolva il padre e ubbidirà la figlia.
 AMASI
 Nella figlia regina,
 più chiaro al regno, a me più fido il rendo.
 FANETE
 È clemenza. È bontà.
 ARTENICE
                                         (Cieli, che intendo!)
 FANETE
 (Non s’irriti ’l fellon). Figlia, Artenice,
280segui ’l tuo fato ov’ei ti chiama.
 ARTENICE
                                                           (Oh dio!)
 Lo seguirò ma nel sepolcro, o padre,
 nel sepolcro, o tiranno.
 Quella man, che tu chiami e che tu spingi
 all’abborrito laccio,
285sciorlo saprà pria d’incontrarlo; e pria
 che da me sia tradita
 la libertà dell’alma,
 tradirò le tue brame e la mia vita.
 FANETE
 (Figlia degna di me).
 AMASI
                                          Non più. Favelli
290dopo l’amante il re. Prima che cada
 spento dall’ombre il dì, sposa ti voglio.
 L’amarmi e il far che m’ami è vostra legge.
 Udiste? Un’altra legge aggiungo a questa;
 chi mi nega la man perda la testa.